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Bomba all’ambasciata svizzera di Roma

L'ambasciata svizzera in via Barnaba Oriani Keystone

Un pacco esplosivo – recapitato presso l'ambasciata svizzera nella capitale italiana – ha ferito gravemente il collaboratore che lo ha aperto. Già in ottobre era stato depositato un ordigno vicino all'edificio.

L’addetto alla corrispondenza dell’ambasciata elvetica è stato investito dall’esplosione subito dopo avere aperto il pacco.

L’impiegato – un 53enne di nazionalità svizzera – è stato trasportato all’ospedale Umberto I: stando alle informazioni disponibili, rischia l’amputazione della mano sinistra ma non è in pericolo di vita. Un’altra persona è stata ricoverata in stato di choc.

Sempre giovedì, un analogo plico bomba è esploso all’ambasciata cilena a Roma, causando un ferito.

Pista eco-anarchica?

Gli attentati sono stati rivendicati in serata dalla Federazione Anarchica Informale. Già lo scorso 5 ottobre, sconosciuti avevano depositato un ordigno incendiario su un muro vicino all’ambasciata svizzera di Roma. La bomba – accompagnata da un messaggio di solidarietà verso le tre persone in carcere per aver pianificato un attentato contro il centro IBM di Zurigo («Costa, Silvia e Billy liberi») – non era comunque esplosa.

Le prime indagini sembrano infatti concentrarsi sugli ambienti legati al cosiddetto «ecoterrorismo». A novembre, inoltre, quando in Grecia erano stati inviati numerosi plichi esplosivi indirizzati al parlamento e a diverse sedi diplomatiche, un pacco bomba era stato gettato – senza conseguenze per il personale – davanti all’ambasciata svizzera di Atene. In quell’occasione, la polizia aveva arrestato due giovani anarchici.

Peraltro, anche il Cile ricorre spesso nei documenti e nelle rivendicazioni degli anarchici italiani: gli attentati avvenuti a dicembre del 2009 all’università Bocconi di Milano e al Centro d’identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo sono stati infatti rivendicati dalla sigla Sorelle in armi – gruppo Mauricio Morales (un anarchico cileno morto il 23 maggio del 2009 a Santiago del Cile, ucciso dall’esplosione di un ordigno che aveva nello zaino).

Ferma condanna

Mentre le forze dell’ordine cercano di far luce sull’accaduto, sono giunte le reazioni ufficiali. «Siamo pienamente solidali con l’ambasciatore svizzero e con tutto il personale della rappresentanza diplomatica, oggetto di un deplorevole atto di violenza che merita la nostra più ferma condanna», ha affermato il ministro degli esteri italiano Franco Frattini, aggiungendo gli auguri al collaboratore ferito.

Il deputato Franco Narducci, vicepresidente della Commissione esteri e residente nella Confederazione, ha condannato il gesto attraverso un comunicato: «In Svizzera vive una grande comunità italiana e credo di interpretare il pensiero di tutti i miei connazionali nel condannare questo deplorevole gesto di violenza», ha sottolineato, esprimendo «il convincimento che le autorità inquirenti italiane sapranno fare piena luce sulla matrice di questo attentato».

La ministra svizzera degli affari esteri, Micheline Calmy-Rey, si è detta molto addolorata dall’attentato, condannando «un atto subdolo e imperdonabile». La responsabile della diplomazia elvetica ha inoltre espresso solidarietà all’impiegato rimasto ferito e ai suoi famigliari.

Le misure di sicurezza all’ambasciata a Roma sono state rafforzate con la collaborazione delle autorità italiane, ma – «per evidenti motivi» – Berna non ha voluto fornire dettagli.

La colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti. Alla fine del 2009 erano registrati 48’638 cittadini svizzeri in Italia.

I due terzi vivono nel nord del Paese. In seguito alla chiusura del consolato generale di Genova, il circondario di Milano comprenderà – oltre alle 5 regioni attuali – anche Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, per un totale di circa 33’000 persone.

Con una quota pari al 9,5% del commercio estero svizzero, l’Italia è il secondo partner economico della Svizzera, dopo la Germania. Gli interscambi tra i due paesi ammontano a circa 40 miliardi di franchi all’anno.

L’Italia è il secondo principale fornitore (11% delle importazioni svizzere) e costituisce il terzo mercato d’esportazione (9% delle esportazioni svizzere).

La Svizzera è il sesto investitore svizzero in Italia (27 miliardi di franchi a fine 2008) e le imprese svizzere nella vicina Penisola danno lavoro a circa 78’000 persone.

Gli investimenti italiani nella Confederazione, a cui sono legati 13’000 posti di lavoro, ammontano a 6 miliardi di franchi all’anno.

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