Finti invalidi: il cerchio si stringe
Lanciata un anno fa, l'offensiva contro le frodi ai danni dell'assicurazione invalidità (AI) sta dando buoni risultati: 150 casi sono già stati individuati, ha comunicato giovedì l'Ufficio federale delle assicurazioni sociali.
Secondo l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), i risultati degli sforzi finora intrapresi sono incoraggianti: dall’agosto dello scorso anno sono stati individuati e trasmessi per accertamenti e indagini più approfondite 2’600 casi sospetti. In 950 dossier la situazione è stata chiarita, mentre le frodi provate sono risultate 150.
Grazie ai rigorosi controlli, si possono così risparmiare prestazioni per circa 2,5 milioni di franchi all’anno. In 20 casi di frode è stato chiesto il rimborso delle prestazioni; in 30 è stata sporta denuncia penale.
Dallo scorso febbraio, l’UFAS sta portando avanti anche due progetti-pilota di controllo degli abusi in Thailandia e nel Kosovo. Nel primo paese, le prestazioni AI sono versate principalmente a cittadini svizzeri; in Kosovo, invece, i beneficiari sono soprattutto abitanti locali.
In Thailandia – dove le rendite AI sono circa 350 – sono state commissionate sei operazioni di sorveglianza; quattro sono tuttora in corso e due si sono concluse. In un caso la rendita è stata soppressa e nell’altro confermata.
Diversa la situazione nel Kosovo, dove vengono versate alcune centinaia di rendite: l’azienda incaricata dell’indagine vi ha rinunciato, dopo aver ricevuto serie minacce.
L’AI ha quindi adottato un provvedimento più incisivo: d’ora in poi tutte le rendite versate in Kosovo, la cui legittimità dà adito a dubbi, non verranno più versate finché il sospetto di frode si rivelerà infondato.
swissinfo.ch e agenzie
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