L'attrice inglese Charlotte Lewis, che recitò nel film Pirati del regista franco-polacco nel 1986, ha accusato Polanski di aver abusato di lei nel 1982 a Parigi, quando aveva solo 16 anni. I legali del regista parlano di "tentativo di ricatto".
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In una conferenza stampa organizzata venerdì a Los Angeles, Charlotte Lewis ha spiegato di aver voluto rivelare oggi il “suo segreto” nella speranza che le autorità svizzere concedano l’estradizione di Polanski verso gli Stati Uniti.
“Anche se sono passati molti anni è giusto che paghi per i crimini che ha commesso”, ha aggiunto.
Il regista è ancora agli arresti domiciliari a Gstaad, nel canton Berna, per l’accusa di stupro rivoltagli da Samantha Geimer e relativa a un caso del 1977. La Lewis sostiene che “Polanski sapeva che avevo soltanto 16 anni quando ci siamo incontrati e mi ha costretta (ad avere contatti sessuali con lui) nel suo appartamento parigino”.
Nella denuncia la parola stupro non viene mai utilizzata e la legale della donna, l’avvocato Gloria Allred, ha chiesto alla stampa di non andare oltre “i termini impiegati” dalla presunta nuova vittima del regista.
L’avvocato Georges Kjeman, uno dei legali del cineasta, ha dal canto suo ironizzato sul fatto che “questa persona abbia ritrovato la memoria solo 26 anni dopo i fatti” e che abbia girato il film di Polanski nel 1986, tre anni dopo essere “stata molestata sessualmente”. “Mi sembra un puro e semplice tentativo di ricatto”, ha sottolineato.
La procura di Los Angeles non ha per il momento avviato indagini, poiché le prove prodotte da Charlotte Lewis non sarebbero sufficienti.
Del caso Polanski si è occupato venerdì anche il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, che ha telefonato alla presidente della Confederazione Doris Leuthard per informarsi sulla procedura in corso. Non si sa ancora quando le autorità svizzere decideranno in merito all’estradizione del regista.
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