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La campagna Stop AIDS non è blasfema: parola del governo

La campagna Stop AIDS non è pornografica. Lo sostiene il Consiglio federale nella risposta ad un'interpellanza parlamentare. Per il governo la campagna di prevenzione per la lotta all'AIDS non offende in nessun caso i valori religiosi.

Il governo non intende dunque porre fine alla campagna Stop AIDS, poiché a suo modo di vedere un semplice richiamo alla fedeltà coniugale non basta. Rispondendo al consigliere nazionale udc bernese Christian Waber,
il Consiglio federale ricorda che la trasmissione del virus dell’AIDS è strettamente legata ai rapporti sessuali. È dunque inevitabile che la campagna dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) faccia esplicito riferimento alla sessualità.

Per il governo non è comunque lecito parlare di «dichiarazione pornografica», come fa Waber nella sua interpellanza. Il consigliere nazionale biasima pure lo «snaturamento dei versetti della Bibbia», utilizzando lo slogan «Proteggi il tuo prossimo, come te stesso».

In tutto ciò, Waber vede un attacco alla libertà di credenza,
un’interpretazione questa che il Consiglio federale respinge. La campagna dell’Ufficio federale della sanità pubblica – afferma il governo- «non avvilisce, offende o calpesta in alcun modo i valori religiosi».

Secondo Berna, non vi è inoltre alcun motivo di far capo ad una nuova campagna di prevenzione contro il diffondersi dell’AIDS poiché per il governo il messaggio di questa campagna punta sulla responsabilità dell’individuo, oltre che sulla fedeltà e sul rispetto del prossimo. L’utilizzazione del preservativo – sottolinea il Consiglio federale – può essere considerata come l’espressione di quest’ultimo concetto. La fedeltà, poi, è un mezzo per proteggersi, ma sarebbe illusorio limitarsi soltanto a essa. «È un fatto provato- conclude il governo – che le coppie non sempre sono fedeli».


Swissnfo e agenzie

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