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La chiesa attende il papa “coraggioso”

Secondo Agnell Rickenmann il papa porterà fede e speranza Keystone

I vescovi svizzeri hanno trascorso molti mesi preparando la visita del papa a Berna. Che avverrà questo fine settimana.

Agnell Rickenmann, segretario generale della Conferenza dei vescovi svizzeri, rivela a swissinfo le sue speranze per l’appuntamento.

La prima visita del pontefice in Svizzera da vent’anni a questa parte ha suscitato un enorme interesse mediatico ed un vivo dibattito sulla sua capacità di continuare a guidare la chiesa cattolica.

Stando ad un recente sondaggio, il 74% degli svizzeri ritiene che il papa dovrebbe dimettersi a causa della sua età e delle sue condizioni di salute.

Secondo Agnell Rickenmann, tali questioni non devono tuttavia oscurare l’importanza del suo messaggio di speranza.

swissinfo: Il papa sta per arrivare: lei è agitato?

Agnell Rickenmann: Sì, sono positivamente agitato. Siamo tutti molto felici della sua visita. Darà nuovi impulsi al cattolicesimo svizzero.

Non dimentichiamo che non si tratta soltanto di una visita papale. È prima di tutto un incontro di giovani: il primo incontro dei giovani cattolici in Svizzera.

swissinfo: Tuttavia la visita non è ben vista da tutti…

A.R.: I vescovi sono entusiasti, ma evidentemente non tutti hanno la medesima relazione con il Santo Padre. Alcuni preti sono ad esempio un po’ più critici nei suoi confronti, ma il sentimento generale è fondamentalmente positivo.

L’arrivo del papa suscita poi le tradizionali questioni sull’ordinamento delle donne o il celibato. Ma il messaggio principale di questo raduno giovanile, e dunque pure della visita del papa, è fatto di speranza e fede.

swissinfo: Come reagisce alle richieste di dimissioni del papa, che provengono anche dai ranghi cattolici?

A.R.: I cattolici…sono influenzati dalle opinioni al di fuori della chiesa. Penso sia naturale che reagiscano in modo simile ad altre persone.

Ma ascoltiamo il messaggio trasmesso da questo uomo vecchio e malato. Un messaggio di speranza per gli ammalati, per chi si trova ai margini della società o per gli andicappati. Si può essere vecchi e mantenere la propria dignità.

swissinfo: Perché pensa che il papa venga in Svizzera? Una sorpresa, vero?

A.R.: È soltanto il suo secondo viaggio in Svizzera in 20 anni. Si pensava tuttavia che intendesse recarsi in Austria. Sì, il fatto che abbia scelto la Svizzera è stata una sorpresa.

Ammiro il papa, nel senso che se fosse andato in Austria, sarebbe stato accolto in maniera entusiastica. Optando per la Svizzera ha mostrato il suo coraggio: ha scelto un paese un po’ più critico e che si pone più domande. Un segnale che non è spaventato.

swissinfo: Si è anche detto che Giovanni Paolo II non fosse troppo soddisfatto della chiesa in Svizzera. Ritiene che porterà un messaggio particolare per i vescovi?

A.R.: No. Mentre preparavamo la visita con i nostri amici a Roma abbiamo notato come si sarebbe trattato prevalentemente di una visita pastorale.

Il significato principale, penso, è quello di dare speranza e fede ai cattolici svizzeri e di contribuire a corroborarne il credo.

swissinfo: Crede davvero che il papa potrà dare un messaggio d’incoraggiamento ai giovani?

A.R.: Sì. I giovani sono molto affascinati dalla sua persona. Non si rivolge a loro soltanto come papa, ma anche come Karol Wojtyla, con la sua storia, ciò che incuriosisce molta gente.

I ragazzi e le ragazze non sono né migliori né peggiori rispetto a 50 anni fa, ma sono chiamati a far fronte a nuove difficoltà. La prima delle quali è di accedere ad un messaggio di fede.

Magari il meeting di questo week-end riuscirà a creare un ponte che permetterà loro di raggiungere questo messaggio.

Molti vedranno la propria fede rinforzata, perché capiranno che non sono soli e che la chiesa cattolica in Svizzera è sempre viva.

Intervista a cura di Morven McLean, swissinfo
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Agnell Rickenmann nasce nel 1963 a San Gallo. Nel 1989 è ordinato prete dopo aver completato gli studi a Roma e a Strasburgo.

Tra il 1989 ed il 1999 serve come parroco a Berna ed a Risch, nel canton Zugo.

Nel frattempo completa la sua tesi di dottorato e, dal 1996 fino al 1999, insegna teologia e storia della chiesa a Lugano e Lucerna.

Dal 1999 diventa il segretario generale della Conferenza dei vescovi svizzeri.

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