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Coree: Sud minaccioso, per Nord sono guerrafondai

(Keystone-ATS) PECHINO – Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha affermato oggi che l’esercito di Seul lancerà “un contrattacco spietato” in caso di nuovo attacco della Corea del Nord. Indossando una tuta mimetica, Lee si è recato a visitare i reparti schierati sul confine fortificato tra i due Paesi, mentre poco lontano i militari conducevano poco massicce esercitazioni che hanno coinvolto l’artiglieria, i mezzi corazzati e l’aviazione.
Le esercitazioni si sono svolte nel poligono militare di Pochen, a 25 chilometri dal confine, la cosiddetta “zona smilitarizzata”. La Corea del Nord ha risposto alla prova di forza denunciando i “guerrafondai” del Sud ma ha evitato di profferire le sue abituali, altisonanti minacce di “devastanti rappresaglie”. “Avevo creduto che la pazienza avrebbe assicurato la pace a queste terre – ha detto Lee – ma le cose non stanno così”. Da ieri, la marina militare nordcoreana è impegnata in esercitazioni a circa 100 chilometri dal confine marittimo tra le due Coree, che non è riconosciuto da Pyongyang. Si tratta della quarta tornata di esercitazioni dei militari sudcoreani – una delle quali tenuta insieme agli Usa – dal 23 novembre, quando quattro persone sono rimaste uccise in un bombardamento lanciato dalla Corea del Nord contro l’isola di Yeonpyeong.
Il bombardamento, venuto dopo l’affondamento della nave sudcoreana Cheonan, anch’esso attribuito alla Corea del Nord, ha radicalizzato l’opinione pubblica sudcoreana, spingendo il presidente ad indurire le sue posizioni verso il vicino. Gli osservatori ritengono improbabile una reazione nordcoreana nel prossimo futuro, ma le prospettive di pace sembrano lontane. La Corea del Nord, sostenuta dalla Cina e dalla Russia, propone ora una ripresa dei colloqui di pace interrotti da due anni. Gli Usa e il Giappone hanno invece affiancato la Corea del Sud nel chiedere a Pyongyang gesti distensivi “concreti” prima di tornare al tavolo dei negoziati.

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