Francia inizia ritiro da Mali, polemiche su blitz Niger
L'esercito francese progressivamente comincia a lasciare il Mali, con le prime colonne di camion che in mattinata sono uscite dalla capitale Bamako alla volta della Costa d'Avorio. Ma Oltralpe si parla soprattutto del blitz di ieri a Agadez, sito del Niger in cui un gruppo di islamisti aveva preso in ostaggio alcuni allievi ufficiali, dopo una attacco suicida che aveva fatto almeno 23 morti e diverse decine di feriti.
Diversi commentatori ed esperti strategici parlano di un atto figlio di un atteggiamento troppo interventista, in una regione già fortemente destabilizzata dai postumi del conflitto libico e dai disordini in Mali. E, soprattutto, accusano il governo di Parigi e il suo Stato maggiore di essere più preoccupati di difendere i propri interessi economici e politici che della sorte del Sahel e dei suoi abitanti.
Tra questi c'è il direttore del Centro francese di ricerca sull'intelligence, Eric Denecè, che parlando all'agenzia France Presse sottolinea anche come la Francia "ormai non intervenga più solo su richiesta di uno Stato o su suo mandato, come è stato in Mali", ma su iniziativa autonoma. La sua critica si estende poi anche ai partner europei, accusati di "lassismo generalizzato" sulle questioni dell'Africa e sollecitati a "prendersi le proprie responsabilità".
"Paradossalmente - dice ancora Denecè - l'alleato più stretto per la Francia si sta rivelando il Ciad". Lettura condivisa, in termini ben più duri, dall'ex comandante delle operazioni speciali francesi, il generale Henri Poncet, che sentenzia: "I nostri partner europei sono ben contenti che noi facciamo il lavoro, ma nessuno si muove per aiutarci. L'Europa della difesa non esiste". Eppure, aggiunge, la pacificazione del Sahel tutela "interessi vitali" anche per l'Europa.
La diplomazia transalpina, dal canto suo, tenta di respingere gli attacchi: "La Francia non torna ad essere il gendarme dell'Africa, l'obiettivo della Francia non è intervenire ogni volta che un Paese africano si trova di fronte a delle difficoltà particolari", dichiarano ai media fonti interne, auspicando però, proprio come chi critica Parigi, una maggiore partecipazione dei partner Ue alle azioni nella regione.
Nel frattempo, dal Niger arrivano maggiori dettagli sugli attentatori di Agadez e del sito minerario di Arlit. "Secondo tutte le informazioni che abbiamo, venivano dalla Libia, dal sud libico", ha dichiarato ai microfoni di France 24 il presidente Mahmadou Issoufou.
Che ha poi aggiunto, non senza un leggero accento polemico: "Avevo già avvertito dopo lo scoppio della crisi libica che bisognava evitare che le cure del post-Gheddafi fossero peggio del male. E avevo precisato che se lo Stato libico si fosse somalizzato, o fosse finito nelle mani degli integralisti, sarebbe stato peggio".