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Nazionale: concluso dibattito su progetto "Swissness"

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 giugno 2013 - 11:47
(Keystone-ATS)

Dopo anni di dibattiti - il progetto del Consiglio federale risale al 2009 - le Camere federali hanno concluso la discussione sul progetto "Swissness" che permetterà di meglio proteggere il marchio "made in Switzerland". Il Nazionale ha infatti eliminato oggi l'ultima divergenza che l'opponeva al Consiglio degli Stati. Il dossier è ora pronto per le votazioni finali.

Quest'ultimo scoglio è pero tutto fuorché scontato: durante i dibattiti parlamentari si sono visti gli interessi divergenti dei vari rami economici coinvolti, dall'agricoltura all'orologeria, senza dimenticare l'industria agro-alimentare. Orbene, alcune decisioni sono state prese con maggioranze risicate.

Alla fine, le Camere non si sono distanziate molto dal progetto del Consiglio federale. Per i prodotti naturali - come le piante, l'acqua e la carne, il tasso di "svizzeritudine" dovrà essere del 100%. Questa esigenza è valida anche per latte e latticini.

Nel caso del latte - come anche per le uova, il cuoio e la lana - è determinante il luogo di detenzione dell'animale al momento della produzione. Su questo punto, oggi il Nazionale si è allineato tacitamente agli Stati. In precedenza aveva voluto prendere come riferimento il luogo dove gli animali sono stati allevati.

Per la carne, la Svizzera dovrà essere il luogo in cui gli animali hanno trascorso la maggior parte della loro esistenza. Nel caso delle piante sarà determinante il luogo della raccolta. Sarà tollerato un raggio di 10 km al di fuori dalle frontiere nazionali.

Nelle scorse sessioni, le due Camere avevano già trovato un accordo in merito ai generi alimentari modificati, rinunciando a fare la distinzione tra quelli altamente e debolmente trasformati. Nei due casi occorrerà dunque avere l'80% di materie prime elvetiche. Le associazioni di contadini avevano minacciato di lanciare una iniziativa popolare se il parlamento avesse adottato un tasso più basso.

Nella legge sono però state introdotte alcune eccezioni per le derrate che non esistono in Svizzera, come ad esempio il cacao, o che non sono disponibili in quantità sufficiente, come il miele.

Nel calcolo del peso, le materie prime per le quali il tasso di auto-approvvigionamento in Svizzera si situa tra il 20% e il 49,9% saranno così computate soltanto per metà. Le materie prime per le quali il tasso di auto-approvvigionamento è inferiore al 20% potranno essere escluse dal calcolo.

Per quel che concerne i prodotti industriali, almeno il 60% dei costi globali dovrà essere generato in Svizzera. La soglia comprenderà i costi di fabbricazione e di assemblaggio, nonché quelli per la ricerca e lo sviluppo. Pure contemplate saranno le spese legate all'attestazione prevista dalla legge o alla regolamentazione del settore.

Verrà anche richiesto che una fase significativa della fabbricazione venga svolta in Svizzera. Una minoranza avrebbe voluto lasciare invariata la percentuale dei costi globali generati in Svizzera all'attuale 50%. Spingersi oltre significherebbe indebolirebbe l'economia svizzera nel raffronto internazionale, avevano invano argomentato.

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