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Papa: tanti oppressi in paesi poveri, ricchi malati e depressi

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 luglio 2011 - 12:19
(Keystone-ATS)

La "gente oppressa da condizioni di vita difficili", le "moltitudini sfinite" che vivono "nei Paesi più poveri, provate dall'indigenza", ma anche "gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione", che vivono nei paesi ricchi. E poi i "numerosi sfollati e rifugiati" e "quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita". A tutti loro si è rivolto oggi il pensiero del Papa all'Angelus, con l'appello ad "abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo".

Lo sguardo di Gesù, ha detto Benedetto XVI commentando il Vangelo, "sembra estendersi fino ad oggi, fino al nostro mondo. Anche oggi si posa su tanta gente oppressa da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una meta all'esistenza. Moltitudini sfinite - ha proseguito - si trovano nei Paesi più poveri, provate dall'indigenza; e anche nei Paesi più ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione. Pensiamo poi ai numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita".

"Il vero rimedio alle ferite dell'umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere - ha avvertito il Pontefice - è una regola di vita basata sull'amore fraterno, che ha la sua sorgente nell'amore di Dio. Per questo bisogna abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo. Anche verso l'ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole "mitezza". Ma soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell'uomo".

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