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Pedro Lenz: “scrivo nella lingua della realtà che mi circonda”

La traduzione italiana del libro "Primitivo" dello scrittore svizzero Pedro Lenz, qui fotografato nel 2018, uscirà lunedì pubblicato da Gabriele Capelli editore. (foto d'archivio) KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Esce lunedì la traduzione italiana del romanzo “Primitivo” del pluripremiato scrittore bernese Pedro Lenz. Per l’occasione, Keystone-ATS lo ha incontrato nel suo studio di Olten (SO), dove vive con la famiglia.

Lenz, classe 1965, bernese di origini spagnole da parte di madre, vive nella città solettese con la moglie e i due figli, e con un terzo bimbo in arrivo a breve. È qui, nel suo studio, che nascono i suoi libri.

“In casa si parlava sempre lo spagnolo da piccoli”, afferma Lenz “soltanto una volta che abbiamo iniziato ad andare a scuola con i miei fratelli si è cominciato a parlare svizzero-tedesco”. Lo scrittore parla anche italiano che dice di aver “imparato sul cantiere”, ma che in realtà palleggia a meraviglia.

L’ufficio di Lenz si trova in una zona residenziale a pochi passi dal suo appartamento, una libreria ricopre un’intera parete. La scrivania, posta davanti ad una finestra, dà sul verde anche se ammette “a volte per concentrarmi devo chiudere le tapparelle per non vedere la gente passare”.

Una volta entrati Lenz mostra una foto di lui apprendista muratore che lo ritrae mentre lavora in un cantiere, affiancato da un collega che ha ispirato il personaggio di Hofer nel libro. Questa foto gli è stata inviata dal vecchio capo della ditta per cui lavorava dopo aver letto “Primitivo”.

Amore per la lettura

Lenz dice di essere sempre stato “un fanatico della lettura”. Si è lanciato nell’apprendistato di muratore per “ribellione contro i genitori” ammette, “un po’ come il personaggio del romanzo Charly”. A quel tempo, negli anni ’80, “mi piaceva molto leggere e ogni sera scrivevo lettere ai miei amici, era l’epoca prima di internet e di Whatsapp” afferma.

A ventidue-ventitré anni, ogni lunedì sera si reca all’incontro della “Werkstattarbeiter Literatur” a Basilea, dove per la prima volta può leggere i suoi testi, ricorda. Da lì la voglia di ottenere una maturità federale per poi studiare letteratura spagnola all’Università di Berna.

All’università, che tuttavia non termina, diventa assistente del professore di letteratura spagnola vista la sua dimestichezza con la lingua ed è ormai già trentenne. Questa esperienza gli dà la possibilità di tradurre testi e scrivere diversi articoli ed in seguito di lavorare come giornalista per il quotidiano “Der Bund” a Berna, afferma.

Nel 2001 la svolta in cui decide di lasciare gli studi e diventare definitivamente scrittore.

Elementi autobiografici

Il suo ultimo romanzo “Primitivo” tradotto dallo svizzero-tedesco da Amalia Urbano uscirà in libreria lunedì 11 ottobre, pubblicato da Gabriele Capelli editore. Il libro, uscito in lingua originale nel 2020, è già stato insignito del Premio di Letteratura del Canton Berna 2021 nonché del Premio Literaturpreis Dreitannen 2021.

In “Primitivo” sono numerose le analogie con la vita stessa di Lenz: Charly, apprendista muratore con una madre di origine spagnola, proprio come Lenz che si è diplomato nel 1984, è il protagonista di questo romanzo ambientato a Langenthal (BE), luogo in cui è cresciuto l’autore. I due condividono anche il grande interesse per la letteratura. L’autore afferma “non ho mai voluto fare qualcosa di autobiograficamente esatto ma ho preso diversi spunti da quello che mi ricordo”.

Un romanzo genuino, ritmato dal parlato, un espediente che rimane anche nella traduzione italiana. Genuini sono anche i personaggi, le loro conversazioni e il loro modo di fare. Lenz è un attento osservatore e descrive con disinvoltura le scene che si producono nel libro, afferma inoltre di scrivere in svizzero-tedesco perché “posso scrivere soltanto nella lingua da cui sono circondato e che sento tutti i giorni”.

Il libro narra la morte per un incidente sul lavoro di Primitivo, immigrato spagnolo che lavora nello stesso cantiere del giovane Charly, con cui ha stretto amicizia e per il quale rappresenta una figura paterna. Charly nel corso del libro ricorda gli insegnamenti di Primitivo, i racconti dei suoi viaggi e i suoi presunti legami con i nazisti.

Letture e spoken word

La notorietà di Lenz va ben al di là della letteratura, nel 2015 è infatti stato insignito dall’Ufficio federale della cultura con il Premio svizzero della scena.

Forse non tutti sanno che Lenz percorre la Svizzera tedesca leggendo i suoi libri in piccoli teatri accompagnato dal pianista Christian Brantschen, del gruppo bernese Patent Ochsner. Questo gli permette di vivere dal 2001 come scrittore, afferma.

Amante dello sport, per cui ha anche scritto diverse cronache, legge un estratto dal suo libro “Tanze wi ne Schmätterling. Die Coiffeuse und der Boxer” che parla dell’arrivo di Mohammed Ali a Zurigo nel 1971. Le poesie scritte in svizzero tedesco contenute in questa raccolta sono perfette proprio per essere lette dal vivo come “spoken word”.

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