Stipendi d'oro: Ackermann, sono conseguenza penuria top manager
ZURIGO - Le retribuzioni stratosferiche dei banchieri? Sono una conseguenza della mancanza di talenti. Ne è convinto il numero uno di Deutsche Bank, Josef Ackermann: a suo avviso se fosse più ampia l'offerta di manager con le caratteristiche richieste dal mercato i "prezzi" per avere le persone in questione diminuirebbero.
Salari e bonus non sono nient'altro che prezzi e questi, in un'economia di mercato, sono a loro volta il risultato del grado di scarsità, spiega il manager elvetico in un'intervista pubblicata oggi dal "Tages-Anzeiger". Ackermann ammette però che non tutto è pura economia: un'azienda deve godere anche del consenso della società in cui opera.
Il dirigente si dice inoltre contrario all'idea di un accordo fra le grandi banche mondiali volto a limitare le paghe dei top manager: il personale scapperebbe subito verso altre società, come per esempio quelle di gestione di fondi, fa notare. Non servirebbe a nulla se le banche perdessero i loro uomini migliori, tanto più che gli istituti - come ha dimostrato la crisi - sono rilevanti per l'intero sistema economico, argomenta Ackermann.
Il timoniere di Deutsche Bank si oppone anche all'idea di smembrare le grandi banche per evitare i disastri occorsi. A suo avviso bisogna calcolare che le crisi fanno parte della vita: occorre semplicemente diminuirne la frequenza ed essere maggiormente pronti quando intervengono.
Le banche hanno commesso errori, ma non sono le sole responsabili della crisi, osserva infine Ackermann. I fattori che l'hanno prodotta sono molteplici, a cominciare dalla politica monetaria espansiva degli Usa.