Tycoon contro Cnn, ‘fake news’. Bavaglio a reporter
(Keystone-ATS) La Cnn è “fake news”, BuzzFeed “una pila di immondizia”.
Nella sua prima conferenza stampa in sei mesi, Donald Trump ha scaricato la sua ira sui media Usa che in forme diverse hanno portato a galla la fuga di notizie sul cosiddetto “Kompromat”, le accuse salaci e compromettenti che sarebbero state raccolte sul tycoon “per conto del Cremlino”.
A pochi giorni dall’insediamento – con le poche eccezioni dei siti dell’alt-right, il tabloid da supermercato National Enquirer e i giornali del gruppo Murdoch – è gelo sempre più profondo tra stampa americana e presidente-eletto.
Trump arriva a rifiutare a Jim Acosta, il giornalista della rete di Atlanta inviato alla Trump Tower, la possibilità di fargli una domanda. “Siete fake news”, grida indignato dal podio, spingendo Jake Tapper, l’anchor che ha coordinato lo scoop con Evan Perez, Jim Sciutto e il leggendario Carl Bernstein del Watergate, a chiedersi: “Cosa sono le notizie vere per Trump?”.
Le accuse sono, a dire di tutti, “non corroborate”. Consolidato il fatto che, oltre a Cnn e Buzzfeed, molti altri media avevano ricevuto il materiale. “La scelta di Buzzfeed di pubblicare il dossier è stata irresponsabile”, ha reagito la rete di Atlanta dopo essere stata messa sul banco degli imputati alla Trump Tower.
Consapevole di aver preso una decisione controversa e potenzialmente un boomerang, il direttore di Buzzfeed, Ben Smith, si è difeso invocando il ruolo della stampa nel sistema dei check and balance dell’era Trump: “Siamo nel 2017, pubblicare il dossier riflette come vediamo oggi il nostro lavoro di reporter”.
Anche la Cnn ha invocato i principi più alti del giornalismo: “Il Primo Emendamento protegge il nostro lavoro per informare la gente delle azioni del governo: nello specifico i materiali del briefing preparato dall’intelligence per il presidente Obama e il presidente eletto Trump”. Secondo la rete di Atlanta, “il team Trump sa benissimo che noi non abbiamo sbagliato ma usa la decisione di BuzzFeed per distrarre l’attenzione dalla nostra storia, che è stata confermata altre grandi testate”.
Già all’alba, prima della conferenza stampa, Trump era partito con la lancia su Twitter: aveva parlato di “caccia alle streghe” nei suoi confronti e bollato di “Germania Nazista” la pubblicazione della fuga di notizie dell’intelligence. E poi, in una decisione bizzarra che lascia intravedere cosa a suo avviso sono “real news”, aveva linkato al resoconto dello scoop di BuzzFeed fatto da Lifezette.com: non tutti la conoscono, ma è la pagina web della blogger ultra-conservatrice Laura Ingrahm su cui non più tardi del 25 ottobre era apparsa la “notizia” che Hillary Clinton era dietro la morte di JFK Jr.