
UBS: Adoboli, accusa e difesa su fronti opposti
(Keystone-ATS) Accusa e difesa si sono battuti con argomenti specularmente opposti oggi a Londra, nelle ultime fasi del processo a carico di Kweku Adoboli, l’ex trader di UBS giudicato per una frode costata 2,3 miliardi di dollari alla grande banca svizzera nel 2011. La procuratrice Sasha Wass ha accusato il 32enne ghanese di essersi difeso in aula puntando sulla pubblica ostilità verso le banche, mentre l’avvocato difensore Charles Sherrard ha calcato la mano proprio in questo senso.
Concludendo la sua requisitoria, la procuratrice Wass ha esortato la giuria a mettere da parte i possibili sentimenti suscitati dalle recenti peripezie dell’industria bancaria e a concentrarsi invece sul comportamento dell’imputato, che è accusato di frode per abuso di fiducia e falso contabile e rischia fino a dieci anni di carcere.
Nei giorni scorsi l’africano, arrestato il 15 settembre 2011, si è dichiarato non colpevole, pur ammettendo di essere andato oltre i limiti di rischio e di aver “perso il controllo”. In aula ha sostenuto che il suo comportamento era stato influenzato dai colleghi e dallo stesso capo dell’unità di investment banking Carsten Kengeter nel luglio 2011. Affermazioni che la procuratrice ha definito ieri assurde.
“Il signor Adoboli punta nella sua difesa sull’antipatia che molta gente ha per banche e banchieri”, ha dichiarato oggi la Wass rivolgendosi alla giuria. “Ci piace disprezzare l’avidità, la sconsideratezza, l’arroganza dei banchieri. Adoboli ha tentato di puntare su questo pubblico stato d’animo”, ha affermato la procuratrice.
Durante gli otto giorni in cui Adoboli si è difeso in aula l’africano ha citato vari scandali in cui UBS e altri istituti sono rimasti coinvolti quale prova che le banche non sono un modello nel seguire regole e standard etici.
“Non sono qui per difendere i banchieri, sono qui per perseguire uno di loro”, ha detto Sasha Wass ai giurati, aggiungendo che nessuno dei testimoni chiamati a deporre ha dato credito alla versione di Adoboli secondo cui alla banca interessavano soltanto i profitti, non il modo in cui erano conseguiti. “Nessuno di loro corrisponde all’immagine del banchiere sconsiderato e arrogante”, “durante questo processo abbiamo visto soltanto una persona che corrisponde a questo cliché, lo stesso signor Adoboli”, ha esclamato la procuratrice.
Prendendo a sua volta la parola, l’avvocato difensore del ghanese, Charles Sherrard, si è impegnato a dimostrare esattamente il contrario. Sherrard è partito all’assalto contro quella che ha chiamato una “galleria dei furfanti” fra le banche, menzionando i caso della Lehman Brothers, il salvataggio di UBS da parte del governo svizzero, i problemi delle banche britanniche Northern Rock e RBS e lo scandalo del Libor che ha inguaiato diverse banche. Tutti casi – ha sostenuto – che hanno in comune “la bramosia dei soldi”.
Sherrard ha poi ripetuto l’argomento difensivo di Adoboli secondo cui sono stati i suoi superiori ad incoraggiarlo oltre i limiti del rischio.