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Un rapper svizzero venuto dall’Estonia

Il primo rapper svizzero a salire in testa alle classifiche nazionali fa parlare di sé anche per i suoi attacchi contro uno degli uomini politici di destra più influenti del paese.

Nell’intervista a swissinfo, Stress mette in guardia sul pericolo che può correre in futuro la Svizzera, se non si confronta con il tema dell’integrazione e dei giovani.

Stress – vero nome Andres Andrekson – è nato in Estonia ed è arrivato in Svizzera all’età di 12 anni. Il suo terzo album, Renaissance, una contagiosa combinazione di hip-hop, rock, soul e pop, ha fatto furore, da quando è stato pubblicato il mese scorso.

Nel 2003 il ventinovenne aveva già irritato i sostenitori del ministro di giustizia Christoph Blocher (conosciuto per le sue idee anti-immigrazione) e del suo partito, l’Unione democratica di centro (UDC), a causa del singolo “F*ck Blocher”.

E questa volta non ha proprio lasciato spazio ai dubbi: Stress “sodomizza” Blocher nel video del suo pezzo intitolato “Mais Ou?”. Ma secondo lui i giovani in Svizzera sono demonizzati e incompresi.

swissinfo: Cosa hai contro Blocher e il suo partito?

Stress: Non mi piacciono i loro metodi. Per esempio, nella loro ultima campagna di manifesti si vede un uomo di colore vestito come un rapper. La scritta dice che gli atti di violenza compiuti da giovani stranieri sono aumentati del 185%. Ma se si controllano bene le cifre, la percentuale tra i giovani svizzeri è aumentata del 265%. Quello che stanno facendo è cercare di spaventare la gente. Non presentano l’immagine intera e non credo che ciò sia un bene per la Svizzera.

Non promuovono l’integrazione, sono troppo conservatori, vogliono che tutto rimanga uguale. È la morte di un paese. C’è bisogno di sangue nuovo e di nuove idee per progredire. Sono sconcertato dal fatto che non se ne siano accorti.

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swissinfo: Parli della Svizzera “morta”. Altri la vedono come un paese molto dinamico e di successo nel mondo. Che vuoi dire?

Stress: Quello che dico è che i bei tempi passati sono finiti. In Renaissance parlo di una dinamica positiva. In una certa fascia d’età ci sono molte persone indipendenti che creano compagnie, esplorano nuove tecnologie, fanno moda e altro – questo è dinamismo. Ma quando gli anziani guardano questi giovani non li capiscono.

swissinfo: Nel tuoi album parli molto delle vite dei giovani svizzeri che crescono in un ambiente multiculturale. Pensi che la loro voce non venga ascoltata?

Stress: A volte vengono ignorati, ma a volte non sono capaci di farsi sentire. È vero che non ci sono molte possibilità di farsi sentire per le voci giovani, non sono presi sul serio, e questo è un problema. Sono il futuro e devono rendersi conto che possono prendere delle decisioni per il domani. Non dovrebbero semplicemente lasciare questo compito a chi è più anziano, che non ha una visione chiara della situazione.

swissinfo: Ultimamente c’è chi chiede – e non solo l’UDC – che i giovani che hanno commesso crimini gravi vengano espulsi con le proprie famiglie. Qual è il tuo punto di vista?

Stress: È un argomento davvero difficile. Anche se si rimandano indietro quei giovani, i ragazzi svizzeri si troverebbero comunque di fronte agli stessi problemi. Finché uno non si siede e cerca di capire da dove sono venute certe situazioni, che cosa le ha provocate, siamo fottuti. Questo è un modo di pensare a corto termine.

swissinfo: Tu dici di non essere un politico, ma hai fatto esplodere un dibattito politico in Svizzera. Hai un messaggio, o il tuo è semplicemente un modo di vendere dischi, come dicono certi esponenti della scena hip-hop?

Stress: Non penso che qualcuno spenda 30 cucuzze per il mio album solo perché è d’accordo con me su Blocher. Penso che la musica sia quello che conta davvero per un album.

Dico quello che penso ed è il modo in cui ho fatto musica in tutti i miei album. Non cambierò solo perché ora i media si interessano a me.

swissinfo: Hai preso posizione contro il razzismo, il nazionalismo e la discriminazione. Ma sei anche stato accusato di essere omofobico. Come lo spieghi?

Stress: Per me parole come “gay” o “frocio” sono un insulto e basta. Non c’è odio – è semplicemente una parola che usano tutti e che uso anch’io. Non sono omofobico e lo ripeto per la millesima volta.

swissinfo: Si fa un gran parlare in Svizzera del confine immaginario tra la parte germanofona e quella francofona, il “Röstigraben”. Tu fai rap in francese, ma vendi anche nella parte tedesca.

Stress: Io non vedo più nessun Röstigraben tra i giovani, vedo piuttosto un golfo tra le generazioni – e questo è il vero problema.

Intervista swissinfo: Adam Beaumont
Traduzione: Raffaella Rossello

Stress, svizzero naturalizzato, ha un diploma in commercio. Ha lavorato per un anno alla Procter & Gamble. Parla inglese quasi senza inflessione.

Dice di non voler fare un album in inglese, perché crede che per il rap si debba usare la lingua che si parla ogni giorno.

Fuori dalla Svizzera, i suoi mercati sono la Francia e il Belgio.

Al momento fa coppia con l’ex Miss Svizzera Melanie Winiger e divide il suo tempo tra Losanna e Zurigo.

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