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Una marea di gente per l’ultimo addio al papa

Molti polacchi sono arrivati a Roma per dire addio al loro papa Keystone

Quattro milioni di pellegrini hanno reso l'ultimo saluto a Giovanni Paolo II. Un afflusso record che entra nella storia.

Presente per la Svizzera, il presidente Samuel Schmid, accanto a circa 200 personalità politiche e leaders religiosi del mondo intero.

Venerdì mattina Roma si è svegliata nell’attesa dei funerali di Giovanni Paolo II. Già all’alba, centinaia di migliaia di persone si sono dirette verso Piazza San Pietro, chiusa durante la notte per ragioni di sicurezza.

All’apertura della piazza, verso le 7, non sono mancati gli incidenti e i momenti di tensione tra la folla e le forze dell’ordine.

Per le esequie del pontefice – la cui salma è stata deposta in mattinata in una cassa di legno di cipresso – Roma è stata invasa da milioni di pellegrini. Molti di loro non hanno trovato posto in Vaticano per assistere alla cerimonia funebre che è iniziata alle 10.

La messa – trasmessa in diretta da tv di tutto il mondo (unica eccezione di rilevo la Russia) – è stata celebrata dal cardinale tedesco Joseph Ratzinger, 77 anni, decano del collegio cardinalizio e vicino al defunto papa.

Il presidente della Confederazione tra i presenti

Samuel Schmid, presidente della Confederazione, ha rappresentato la Svizzera ai funerali del Pontefice. Ad assistere alla solenne cerimonia in piazza San Pietro ci erano anche quattro vescovi svizzeri: Amedeo Grab (Coira), Giacomo Grampa (diocesi di Lugano), Kurt Koch (Basilea) e Pierre Bürcher (vescovo ausiliario di Losanna).

Nel giorno dei funerali del papa, le bandiere sugli edifici dell’amministrazione federale sono state messe a mezz’asta, come prevede il protocollo durante i funerali d’un capo di Stato con il quale la Svizzera ha relazioni diplomatiche.

In Svizzera romanda alcuni cantoni protestanti (Ginevra, Vaud e Neuchâtel) hanno però rifiutato di seguire la raccomandazione della Confederazione. Il cancelliere di Neuchâtel ha indicato che il cantone «è uno Stato laico, che non deve interferire con le faccende ecclesiastiche», mentre Ginevra ha argomentato che le bandiere non sono mai state messe a mezz’asta per la morte di un capo di Stato straniero.

Il canton Zurigo e diversi altri cantoni protestanti hanno per contro deciso di seguire le raccomandazioni della Confederazione.

Omaggio svizzero al pontefice

Giovedì pomeriggio, dalla Svizzera è partito un treno speciale. I cattolici elvetici si sono però probabilmente lasciati scoraggiare dalla confusione che regna a Roma. Solo 120 biglietti sono stati venduti e il convoglio speciale, previsto inizialmente per 1’060 persone, è stato ridotto a 500 posti.

Sempre giovedì, si è tenuta a Berna una cerimonia nazionale in suffragio di Giovanni Paolo II. Più di 800 persone, tra cui molti esponenti delle autorità e del corpo diplomatico, hanno partecipato alla cerimonia. La messa, trasmessa in diretta televisiva, si è svolta nella chiesa della Trinità di Berna.

A rappresentare il Governo vi erano i consiglieri federali Pascal Couchepin e Micheline Calmy-Rey e la cancelliera della Confederazione Annemarie Huber-Hotz.

A ricordare il papa non è però stata solo la capitale: messe in suo suffragio si sono infatti tenute in diverse altre località svizzere, fra cui Lugano, Ginevra, Losanna, Friburgo, Neuchâtel, Soletta, San Gallo e Coira.

swissinfo e agenzie

La Svizzera ha ricordato il Pontefice giovedì con una cerimonia nazionale svoltasi nella cattedrale di Berna.

Per i funerali di Giovanni Paolo II sono attesi fino a quattro milioni di pellegrini e 200 delegazioni.

A rappresentare la Confederazione c’è il presidente Samuel Schmid.

La cerimonia è trasmessa in mondovisione da numerose televisioni.

Il centro di Roma è vietato al traffico. Scuole, uffici e musei sono chiusi.

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