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USA: PIL non decolla (+1,8%); casa Bianca, non basta

(Keystone-ATS) L’economia americana rallenta con l’aumento dei prezzi che erode il potere d’acquisto dei consumatori, il maltempo e il taglio della spesa pubblica. Il pil è cresciuto nel primo trimestre dell’1,8%, in decisa frenata rispetto al +3,1% dell’ultimo trimestre 2010.

“L’economia si espande da sette trimestri consecutivi. La continua espansione è incoraggiante ma serve una crescita più veloce per recuperare i posti di lavoro persi con la recessione” afferma la Casa Bianca. Il mercato del lavoro continua a mostrarsi debole: le richieste di sussidio alla disoccupazione sono salite di 25.000 unità a quota 429.000. Secondo gli economisti l’economia crea occupazione quando le richieste sono sotto quota 400.000 unità. Dal settore immobiliare arrivano invece segnali di vita, con i compromessi saliti del 5,1%.

I prezzi dei carburanti sopra i 4 dollari al gallone (circa 3,8 litri), un record per gli Usa, hanno pesato sulle tasche dei consumatori, le cui spese sono salite del 2,7%, in calo rispetto al +4,0% del quarto trimestre 2010. I rincari di energia e alimentari hanno spinto l’inflazione al 3,8%, l’aumento maggiore dal terzo trimestre 2008: il caro vita potrebbe rendere difficile per la Fed mantenere una politica monetaria accomodante.

La banca centrale prevede che l’inflazione nel 2011 si attesti fra il 2,1% e il 2,8%, per poi tornare sotto il 2% nel 2012: il presidente della Fed Ben Bernanke ha ribadito, nella prima conferenza stampa dopo una riunione, che i recenti aumenti delle commodity saranno “temporanei”.

A rallentare la crescita americana nel primo trimestre è stata la brusca battuta d’arresto delle spese pubbliche, scese del 7,9%: si tratta del calo maggiore da oltre un decennio. Anche gli scambi commerciali hanno pesato: le importazioni hanno corso più delle esportazioni, salendo dell’8,6% contro il +4,9% delle vendite all’estero. Una netta inversione di tendenza rispetto all’ultimo trimestre del 2010 quando le importazioni erano scese del 12,1% e le esportazioni salite dell’8,6%.

Il ritmo di crescita del primo trimestre, il più lento dall’aprile-giugno 2010, delude gli analisti convinti però, come la Fed, che l’economia accelererà nella seconda parte dell’anno. “Dopo una breve pausa, il pil accelererà – osserva Nariman Behravesh di Global Insight -. I più alti prezzi della benzina stanno erodendo la fiducia dei consumatori ma il miglioramento del mercato del lavoro sta sostenendo i consumi. le aziende sono ottimiste e spendono in nuove tecnologie e assunzioni”. Il rallentamento del pil nel primo trimestre ha costretto la Fed a rivedere al ribasso le stime di crescita per il 2011 a +3,1-3,3%, contro il +3,4-3,9% precedente.

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