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Usa: via libera Sanders, Hillary verso storica nomination

L'ex rivale Bernie Sanders (a sinistra) invita ora a votare Hillary Clinton Keystone/AP/MARK J. TERRILL sda-ats

(Keystone-ATS) La priorità nell’immediato è battere Donald Trump. Per questo è necessario eleggere Hillary Clinton e Tim Kaine. Bernie Sanders gela i suoi delegati e i suoi fan, che per la prima volta lo fischiano e lo contestano.

L’ex rivale di Hillary, ancor prima l’inizio della convention, è costretto a scendere in campo per calmare il suo popolo che da tutte le parti d’America è arrivato a Filadelfia, e per inviare un messaggio di unità del partito.

La kermesse, destinata a fare la storia con l’incoronazione della prima donna candidata alla Casa Bianca, si apre quindi all’insegna delle tensioni. Il tutto mentre Trump, sull’onda dell’effetto Cleveland, vola nei sondaggi e supera Hillary, conquistando il 48% delle preferenze contro il 45% di Clinton.

Un sorpasso che brucia mentre sta per andare in scena l’Hillary-show. Eppure per le strade di Filadelfia i sostenitori di Clinton si contano sulle dita di una mano. A invadere le strade è il popolo di Sanders che spera nella rivoluzione: una speranza che era stata alimentata nelle ultime ore dai favoritismi emersi dallo scandalo delle email per Hillary a danno di Sanders. Favoritismi che spingono il popolo di Bernie a parlare di “nomination truccata” e a promettere che “o Bernie o niente voto”.

La tensione sale anche fra i delegati e i superdelegati. E sale talmente alta che Sanders deve intervenire per evitare di essere il Ted Cruz dei democratici. “La storia l’abbiamo fatta, abbiamo dettato l’agenda più progressista di sempre”, afferma. Ma ora, alla prova del voto, è necessario presentarsi compatti e quindi votare “Hillary-Kaine”, perchè la priorità – sottolinea Sanders – è sconfiggere il tycoon.

Per lo svolgimento della convention le parole di Sanders sembrano essere la svolta, in vista del voto sulla nomination previsto nella seconda giornata. E ad aprire l’evento è la first lady Michelle Obama, insieme alla senatrice Elizabeth Warren, la paladina anti-Wall Street che Sanders avrebbe voluto come vice presidente di Hillary. A loro spetta il compito di introdurre la candidata e la piattaforma democratica, basata sul concetto di uguaglianza in tutti i campi.

Una convention che la campagna di Hillary definisce in “netto contrasto con quella di Cleveland. “Presentiamo idee” afferma Robby Mook, manager di ‘Hillary for America’. Mook si sofferma anche sullo scandalo delle email che scuote i democratici: gli esperti dicono che i russi sono dietro e che la mossa sarebbe per aiutare Trump. “Noi sappiamo quello che dicono gli esperti”, mette in evidenza Mook. L’Fbi ha avviato un’indagine per indagare su un possibile coinvolgimento russo e sulla possibilità che l’attacco hacker sia legato alla volontà di influenzare la politica americana.

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