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CICR e scandalo delle torture in Iraq

Keystone Archive

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) si difende dalle accuse di aver informato troppo tardi sullo scandalo delle torture in Iraq.

Se il CICR pubblicasse i propri rapporti confidenziali gli verrebbe negato l’accesso in molte carceri: lo dice il suo presidente Jakob Kellenberger intervistato dalla SonntagsZeitung.

Il dovere di riservatezza cui è tenuto il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) non significa che l’organizzazione debba mantenere il silenzio.

Il presidente Jacob Kellenberger difende così l’organizzazione umanitaria dalle critiche che le sono state mosse circa le torture nel carcere iracheno di Abou Ghraib.

In un’intervista rilasciata al giornale domenicale svizzerotedesco SonntagsZeitung, Kellenberger afferma testualmente che il CICR “parla chiaro alle autorità”.

L’organizzazione umanitaria è stata in particolare criticata per non aver denunciato pubblicamente lo scandalo delle sevizie inflitte ai detenuti della prigione di Abou Ghraib, a Bagdad.

Pubblicazione o interdizione

Kellenberger ha sottolineato che esiste una ragione per non pubblicare i rapporti confidenziali. Ciò potrebbe infatti pregiudicare la libertà di movimento del CICR e impedire ai suoi addetti di accedere alle carceri.

“Se il CICR rendesse pubblici i rapporti di visita, allora non ci sarebbero più molti luoghi di detenzione cui ci verrebbe permesso di accedere”.

In un rapporto datato febbraio 2004, il CICR aveva denunciato i maltrattamenti inflitti ad alcuni prigionieri iracheni da parte dei soldati americani nel carcere di Abou Ghraib, dove i suoi delegati si recavano regolarmente dalla primavera del 2003.

Ma il rapporto del CICR ha raccolto l’attenzione dei governi tirati in causa, quello di Washington e di Londra, solo dopo la pubblicazione da parte dei media delle foto delle sevizie.

Per ora il CICR resta fuori dall’Iraq

Oltre a prendere le difese dell’organizzazione da lui diretta, Jakob Kellenberger ha escluso per il momento il ritorno del CICR in Iraq. Il 19 maggio era stato annunciato che il CICR ritardava la ripresa delle visite per ragioni di sicurezza.

“Abbiamo deciso di attenerci alle attuali condizioni, fino a nuovo ordine”, ha dichiarato Kellenberger.

Interrogato sulla più grande “libertà” d’azione reclamata dagli Stati Uniti circa i mezzi autorizzati per ottenere informazioni durante gli interrogatori dei terroristi sospetti, Kellenberger ha risposto che la lotta contro il terrorismo non deve essere utilizzata come argomento per la messa in discussione della protezione della dignità umana.

Il presidente del CICR ha fatto inoltre notare che il diritto umanitario internazionale tiene conto degli interessi di sicurezza degli Stati e che contemporaneamente garantisce la protezione della vita e della dignità dell’uomo.

Il CICR è il custode delle Convenzioni di Ginevra, che vietano ogni forma di tortura o di maltrattamento nei confronti dei prigionieri di guerra, civili o militari e che fanno riferimento specifico alle modalità di svolgimento degli interrogatori.


swissinfo e agenzie

Fondato nel 1863 dallo svizzero Henry Dunant, il movimento della Croce Rossa è attuato oggi dai suoi due organismi umanitari, entrambi con sede a Ginevra.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha per missione la protezione delle vittime dei conflitti e di promuovere il diritto umanitario.

La Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FIRC) raggruppa le 181 società nazionali esistenti. Il suo mandato è fornire assistenza alle vittime di catastrofi e migliorare le condizioni sanitarie generali.

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