Il Giro d’Italia 2003

Dopo vari sconfinamenti all'estero, partendo addirittura dall'Olanda lo scorso anno, il Giro d'Italia 2003 si svolgerà interamente entro i confini della Penisola.
Si parte da Lecce il 10 maggio e si arriva Milano il 1° giugno. Nessuna squadra elvetica al via.
«Peccato, io mi sono impegnato perché la mia squadra possa partecipare al Giro. Ho tantissimi ricordi fantastici». È il rammarico comprensibile di Urs Freuler, manager della Phonak, 45 anni, che durante la sua carriera da professionista ha vinto ben 16 tappe al Giro d’Italia. Proprio gli svizzeri sono i grandi assenti di un Giro d’Italia che nel 1950 ebbe nel rossocrociato Hugo Koblet il primo vincitore non italiano.
La Phonak ha rinunciato al Giro per puntare tutto sul Tour de France. Inoltre, a settembre, la squadra elvetica sarà al via anche alla Vuelta di Spagna. «Non è possibile partecipare a tutti i grandi giri. Nel nostro caso, io non sono l’unico a decidere. Ho dovuto piegarmi al parere della maggioranza», puntualizza Urs Freuler.
Il glaronese era uno sprinter quasi imbattibile allora. Un po’ come Mario Cipollini oggi, il quale nell’edizione 2003 si ripresenta con l’ambizione di vincere almeno due tappe, per raggiungere il record assoluto di 40 vittorie al Giro.
Ce n’è per tutti i gusti
E per Cipollini le opportunità non mancheranno. Le frazioni in pianura con finale in volata sono numerose. Mentre la selezione per la vittoria finale avrà luogo nelle due tappe individuali contro il cronometro. E naturalmente nelle frazioni di montagna.
La prima occasione per capire chi è in grado di vincere il Giro si presenterà lungo la 12ma tappa, sul monte friulano dello Zoncolan, una vetta ancora inedita nel Giro d’Italia, che sembra incutere rispetto a tutti. A quota 1730 metri, il monte Zoncolan si raggiunge dopo una salita di 50 minuti, lunga 13 km con un dislivello di 1200 metri.
Altro appuntamente decisivo: la 15ma tappa, prima cronometro individuale da Merano a Bolzano. In questi 42,5 km i corridori dovranno affrontare poche salite, ma sarà determinante la forma dopo 14 giornate in sella. E poi non ci saranno i gregari ad aiutare i capitani delle squadre.
Come spesso accade nei grandi giri ciclistici, sarà magari anche qualche cedimento o exploit inaspettato a decidere il Giro, forse in una delle tappe ritenute meno selettive.
Altrimenti, il verdetto finale potrà scaturire dall’ultima tappa, che sarà di nuovo contro il cronometro e vedrà i ciclisti arrivare dopo 33 km all’Idroscalo di Milano.
I favoriti: Gonzalez e Simoni
Nelle lunghe gare a tappe è comunque determinante la squadra, che deve essere pronta ad aiutare o a tirare nel momento giusto. E’ quindi sempre difficile dire chi sia favorito.
Dopo un Giro di Romandia passato in tranquillità ma in gran forma, uno dei corridori più indicato per la vittoria finale è senza dubbio lo spagnolo Aitor Gonzalez, che si dice convinto di avere “le gambe per vincere”. Ha concluso la gara a tappe in Romandia come un allenamento, senza forzare, dopo essere stato tra i protagonisti all’inizio.
L’altro favorito, Gilberto Simoni, già vincitore del Giro nel 2001 e squalificato per doping nel 2002, teme più di tutti proprio Gonzalez. Sarà lui l’uomo da battere, dice Simoni, che a una settimana dal via al Giro d’Italia, è andato a provare la difficile salita dello Zoncolan, definendola «impressionante».
swissinfo, Rolando Stocker
21 tappe dal 10 maggio al 1° giugno
Partenza a Lecce
Arrivo a Milano
171 atleti al via

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