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Il lento piacere della navigazione

Il momento della partenza per riaprire la via d'acqua fra Locarno e Venezia swissinfo.ch

In barca da Locarno a Venezia, passando per Milano? Un vecchio sogno ora possibile, sperimentato in questi giorni.

È durato un’intera settimana il viaggio turistico lungo la via d’acqua, già commercialmente attiva dal XIV secolo, che collega Svizzera, Pianura Padana e Laguna Veneta.

Com’è andata? “Praticamente tutto bene”, risponde a swissinfo Marco Balerna, sindaco di Locarno, tra i promotori della Locarno-Milano-Venezia.

Il progetto è stato realizzato dall’Associazione degli amici dei “Navigli” (dal nome dei canali italiani), che intende recuperare a livello turistico canali fluviali inutilizzati da decenni, in particolare l’idrovia Locarno-Milano-Venezia.

L’organizzazione è sostenuta da diversi organismi italiani e svizzeri. “In estrema sintesi, è dal ’98 che le città coinvolte hanno intrapreso lavori per rendere nuovamente agibili queste antiche vie acquatiche”. La riabilitazione gode ora anche del forte interessamento politico italiano, soprattutto da parte lombarda.

Riscoprire vecchie vie

Imbarcati rappresentanti della stampa, della televisione e autorità, dal 2 al 9 maggio cinque imbarcazioni a basso impatto ambientale, silenziose e a consumi ridotti rispetto ai modelli tradizionali hanno tranquillamente navigato lungo quell’antico e suggestivo sistema di canali che da Locarno porta a Venezia.

Tra le tappe le più belle, città d’arte e cultura del Nord Ovest: Luino, Arona, Milano, Pavia, Piacenza, Cremona, Ferrara e Chioggia. Ad ogni sosta sono corrisposte manifestazioni culturali, festeggiamenti e ovviamente il saluto delle autorità.

“L’accoglienza è stata superiore alle previsioni”, spiega a swissinfo l’Architetto Empio Malara, vice-presidente dell’Associazione per i Navigli, che si è fatto tutta la settimana sull’acqua. “A Milano, in mezzo all’entusiasmo di oltre 10mila persone, siamo stati accolti anche dal Console svizzero di Milano, Marco Cameroni.”

“Gli amici dei Navigli”, prosegue dal canto suo Marco Balerna, “intendono far conoscere un patrimonio culturale incredibilmente dimenticato. Lungo questi canali, ad esempio, ci sono ville e castelli ora ignorati dove i milanesi di allora trascorrevano le vacanze. E, grazie alla navigazione, si portavano in villa i mobili che, alla fine della vacanza, tornavano in città.”

Una via in crisi

La decadenza della navigazione fluviale è iniziata negli anni ’50, soprattutto in Italia i canali sono stati in pratica sacrificati alla costruzione di strade.

“Forse non tutti sanno”, prosegue il Dottor Balerna, “che ad esempio Milano era una città di corsi d’acqua, al punto che per la costruzione del Duomo si poteva trasportare il marmo su acqua, proprio fino al cantiere!

Ora c’è stata una rimozione di questo recentissimo passato, e nessuno ricorda che non troppo tempo fa molte delle strade che attualmente percorriamo in macchina a Milano erano canali.”

Un progetto importante

Il viaggio intrapreso in questi giorni ha voluto richiamare l’attenzione sulle indubbie potenzialità turistiche, culturali, sportive e gastronomiche di una navigazione di questo tipo, sia per la Svizzera italiana che per l’Italia.

Dimostrando che c’è ancora tanto da fare per incentivare questo tipo di turismo visti anche gli ostacoli “fisici” durante la navigazione: per superarli, le imbarcazioni sono state in certi tratti sollevate da gru.

“Insomma, bisogna rendere completamente fruibile l’idrovia il più velocemente possibile”, afferma l’Associazione per i Navigli. I costi per ultimare i cantieri sono stimati in circa 180 milioni di franchi.

“Non costa più della costruzione di una pista ciclabile della stessa lunghezza”, ha dichiarato alla stampa Empio Malara.

Il viaggio è stato fatto ora anche per controllare cosa funziona e quanto ancora c’è da fare. E per il futuro? “Abbiamo deciso di farne un appuntamento fisso di verifica delle opere in corso di progettazione. Prossima partenza: 2005.”

7000 turisti a stagione

L’Istituto di management turistico di Bellinzona ha ricevuto il compito di valutare il potenziale turistico della via acquatica Locarno-Milano.

Lo studio ha dimostrato la fattibilità di questo turismo “dolce”, che potrebbe attirare 7000 persone per stagione.

La ricaduta economica è stimata in 600mila euro, circa 1 milione di franchi. La strada d’acqua potrebbe essere interessante sia per gruppi di persone ma anche per viaggi individuali, con barca propria.

Un vecchio sogno

A distanza di oltre 5 secoli si realizza il sogno del Duca di Milano Filippo Maria Visconti, di congiungere la città al mare. I Navigli avevano suscitato persino l’ammirazione di Leonardo, che mostrò notevole interesse per i canali e le “conche” milanesi a doppia chiusa, prime in Europa già nel 1438, che permettevano alle imbarcazioni di superare i dislivelli dei corsi d’acqua.

Leonardo apprezzò inoltre le potenzialità dei Navigli quali vie in cui far scorrere le merci, così da riservare le strade alle persone. Un genio che precorse decisamente i tempi.

Alle generazioni future non resta che raccogliere l’invito, cominciando magari a riscoprire proprio questi viaggi a misura d’uomo.

swissinfo, Maddalena Guareschi, Lugano

In questi anni Svizzera e Italia si impegnano a riabilitare la navigazione fluviale turistica, specialmente per unire Locarno a Venezia, via Milano.

Si spera di riuscire ad incrementare questo settore arrivando a 7000 turisti per stagione su questa tratta.

Il lungo processo di riscoperta è culturalmente importante, anche per riportare alla luce testimonianze di vita recente incredibilmente dimenticata.

Negli anni ’50 la navigazione fluviale perde importanza
Ora si vuole rivalutare la via acquatica per il turismo
In questi giorni 5 battelli hanno fatto la Locarno-Milano-Venezia

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