«Senza di loro non funziona niente»
Mentre il parlamento dibatte le leggi sull’asilo politico, un centinaio di organizzazioni hanno indetto delle manifestazioni per la difesa degli stranieri in quindici città svizzere.
E stata l’occasione per ricordare che «senza di loro», la Svizzera non sarebbe quello che è oggi.
Sono 1,5 milioni gli stranieri in Svizzera; praticamente una persona su cinque in Svizzera non dispone di un passaporto rossocrociato. Il loro contributo alla ricchezza del paese è indiscusso.
Per evidenziare questo fatto, martedì 4 maggio, sono state organizzate delle manifestazioni un po’ in tutto il paese. Un’organizzazione denominata «Senza di noi non funziona niente», ha chiesto agli stranieri di scendere in piazza per dimostrare la propria presenza. Nel comitato nazionale sono raccolte un centinaio di associazioni di migranti, di sostenitori dell’asilo politico e di solidarietà.
In 14 cantoni e 15 città si svolgono durante la giornata delle azioni di protesta. Oggetto dell’indignazione è la revisione delle leggi sugli stranieri e sull’asilo politico, attualmente in discussione in parlamento.
Le richieste del comitato
«Gli stranieri sono un quinto della popolazione e non hanno voce in Svizzera. Contribuiscono alla ricchezza economica e culturale del paese, ma si trovano in una situazione di disuguaglianza legale eclatante», afferma a swissinfo il segretario di «Senza di noi non funziona niente» Balthasar Glättli.
La richiesta principale è la parità legale. Questa porterebbe al diritto del ricongiungimento familiare, al miglioramento degli statuti di lavoratore, all’eliminazione delle limitazioni alla mobilità.
Ma ci sono anche altre richieste dirette alle leggi discusse dal parlamento: se il disegno di legge proposto dalle commissioni diventerà pratica legale, un ufficiale dello stato civile potrà rifiutarsi di registrare un matrimonio, se ritiene che l’unione sia solo legata all’ottenimento di un permesso di soggiorno. Inoltre le autorità potranno raccogliere praticamente indiscriminatamente delle informazioni sulle persone straniere.
Inoltre il comitato ritiene umanamente discriminatoria la classificazione dei paesi di provenienza dei richiedenti l’asilo. Chi passa per un paese ritenuto «sicuro», non potrà praticamente più depositare una richiesta in Svizzera. Visto che il paese è circondato da paesi «sicuri» si teme la fine della tradizione umanitaria elvetica.
«Stranieri, colonna dello Stato»
Per ben sette volte negli ultimi trent’anni, il popolo è stato chiamato a votare delle limitazioni della loro presenza, iniziative provenienti dalla destra più o meno xenofoba.
Il popolo ha sistematicamente rifiutato le proposte, ma la discussione è stata praticamente sempre limitata agli aventi diritto di voto. Eppure – Balthasar Glättli ne è convinto – il parlamento virerebbe ora a destra, minando in maniera ancora più incisiva i diritti degli stranieri.
Per Carmen Pereira Fleischlin, membro della Commissione federale per gli stranieri, la revisione crea una disparità ulteriore: «Di fatto si creano due leggi sugli stranieri; una per i cittadini dell’Unione europea con ampi diritti e un’altra per i paesi del “terzo cerchio”, in sostanza tutti gli altri paesi, che è molto più restrittiva. Di fatto si creano due tipi di stranieri».
Sordi a Palazzo?
Le organizzazioni che sostengono gli stranieri scendono dunque in piazza, ma l’eco delle azioni non sembra giungere fin dentro Palazzo federale. Il consigliere nazionale radicale Philipp Müller, promotore dell’ultima iniziativa per la limitazione degli stranieri in Svizzera e in prima fila sulle due revisioni legislative in corso, non ne era nemmeno a conoscenza.
«Per me è chiaro – spiega Müller – chi vuole partecipare alla vita pubblica deve aspettare i termini previsti dalla legge e diventare svizzero. Non ci sono altre vie. E chi taccia la Svizzera di discriminazione, guardi alla politica seguita dall’Unione europea; anche loro seguono gli stessi modelli».
Sia la revisione della legge sugli stranieri che quella sull’asilo politico non sono ancora concluse. I dibattiti, che si dimostrano particolarmente accesi, continuano nei prossimi giorni.
swissinfo
2003: circa 1,5 milioni di abitanti sono di nazionalità straniera.
Di questi 809’000 sono lavoratori (20,5% della popolazione attiva in Svizzera).
174’000 italiani, 85’000 portoghesi, 79’000 tedeschi, 167’000 persone originarie dei Balcani.
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