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Quanto sono attive le spie cinesi in Svizzera?

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Lo spionaggio cinese ha una lunga storia in Svizzera. Keystone/Peter Schneider

Recentemente, diversi arresti in Germania sono avvenuti in correlazione a sospetti di spionaggio cinese. Anche in Svizzera, un caso ha fatto discutere.

Un ex manager di un hotel di Meiringen, nel Canton Berna, nei pressi di una base aerea dell’esercito, è stato sospettato di essere una spia di Pechino. In questa intervista della SRF, il professore in studi europei globali all’Università di Basilea ed esperto di Cina Ralph Weber spiega come le autorità del Paese asiatico raccolgono informazioni sul nostro territorio.

SRF: Quanto è grande il problema dell’ingerenza cinese sulla Svizzera?

Ralph Weber: È un tema difficile su cui svolgere ricerche, anche da un punto di vista accademico. Molte delle parti interessate non vogliono finire sotto i riflettori ed è quindi complicato ottenere una panoramica informata sulla situazione. Bisogna ipotizzare che tali attività abbiano luogo anche in Svizzera.

In quali aree le autorità cinesi tentano di influenzare la Svizzera?

In primo luogo, c’è Ginevra, intesa come sede delle Nazioni Unite. È tradizionalmente un luogo noto per tentativi di condizionamento e spionaggio. Anche in questo caso, va ipotizzato che tali attività proseguano anche oggi.

In secondo luogo, qualsiasi cosa abbia a che fare con ricerca di punta presso le università è certamente un ambito di interesse, così come lo sono le aziende e i loro prodotti. Anche il mercato finanziario potrebbe essere un settore interessante.

In che modo la Svizzera gestisce la presenza di queste spie?

Se tali attività sono individuate in Svizzera, la persona in questione normalmente viene espulsa dal Paese. Si tenta di risolvere il problema con discrezione. È raro che tali casi arrivino fino in tribunale e, di conseguenza, ottengano notorietà. Il recente caso di Meiringen ne è un esempio. Ci sono indicazioni di spionaggio, ma il Governo federale non ha detto nulla in proposito.

Nel 2018, una famiglia cinese ha comprato il vecchio hotel Rössli di Meiringen, proprio accanto a una base aerea dell’esercito.

Lo scorso 26 luglio, la polizia cantonale bernese ha effettuato un’operazione presso l’albergo. Una persona è stata arrestata e una seconda è stata portata alla stazione di polizia per ulteriori accertamenti. Entrambe sono state rilasciate alla fine delle indagini. Non si è parlato di spionaggio.

Poco più tardi, David W., il proprietario dell’hotel che lo gestiva insieme alla sua famiglia, ha lasciato la Svizzera in fretta e furia.

Quindi l’ingerenza cinese è qualcosa che accade in modo molto sottile?

C’è tutta una serie di attività che non possono essere separate dalle altre attività del partito unico cinese.

Tra esse si contano le attività di propaganda. Si tratta persone svizzere utilizzate a questo scopo. Sono invitate a viaggiare in Tibet, ad esempio, e quando tornano affermano: “I media svizzeri hanno sempre rappresentato la situazione in modo ingannevole. Lo Stato cinese sta lavorando a grandiosi progetti di sviluppo laggiù”.

Anche altri Paesi raccolgono informazioni e tentano di influenzare gli Stati. Cosa rende il caso cinese speciale?

La Cina è uno Stato a partito unico. Il Partito comunista ha una gigantesca organizzazione burocratica e ha interi dipartimenti che esistono esclusivamente allo scopo di influenzare e convincere la gente ad allinearsi alle idee del partito. Pechino cerca deliberatamente contatti con i partiti politici di altri Paesi per influenzarli. È un apparato di cui nessun altro dispone.

Quale approccio ha o dovrebbe avere la Svizzera nei confronti della Cina e dei suoi rappresentanti?

In primo luogo, è importanti essere coscienti del problema. Sarebbe ingenuo credere che non vi siano attività di spionaggio in Svizzera. Lo spionaggio cinese ha una lunga storia nella Confederazione.

Per ciò che riguarda la rappresentanza cinese, la questione è difficile. Credo che vadano nutriti legittimi sospetti nei confronti dei rappresentanti del partito unico. Va capito quali sono gli obiettivi di queste persone. Tuttavia, quando si tratta di persone di origine cinese in Svizzera, è importante non fare di tutta l’erba un fascio sospettandole di principio.

Insegna hotel
Nel 2018, una famiglia cinese ha comprato il vecchio hotel Rössli di Meiringen, proprio accanto alla base aerea dell’esercito. Keystone/ Peter Klaunzer

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