Afghanistan: strage soldati GB, c’è chi chiede ritiro
(Keystone-ATS) LONDRA – Cinque militari britannici sono stati uccisi ieri notte all’interno di una caserma a Nad-e’Ali, nella provincia afghana di Helmand. Sembra che l’autore della strage – forse aiutato da un complice – portasse la divisa della polizia afghana. Si è dileguato immediatamente dopo. L’agguato, che sarebbe stato rivendicato dai talebani, è uno dei più gravi portati al contingente britannico. È di 229 il bilancio dei morti tra i militari del Regno Unito dal 2001.
Tre caduti appartenevano al battaglione delle Grenadier Guards e due alla Royal Military Police. Altre otto persone sono rimaste ferite, tra cui sei militari britannici e due agenti afghani. Nella caserma i britannici si occupano della formazione della polizia afghana, con il costante dubbio sulla fedeltà degli stessi agenti al governo di Kabul. Intanto, nella provincia è da ieri sera scattata la caccia all’uomo per cercare di individuare l’autore dell’attacco.
“Stiamo esaminando le prove, ma i talebani hanno rivendicato la paternità di questo attacco” ha detto il premier britannico Gordon Brown ai Comuni, durante il Question Time. “Può darsi – ha proseguito – che i talebani abbiano usato un agente di polizia, o che abbiano infiltrato la stessa polizia. Dobbiamo esaminare questi elementi. Non trarrei conclusioni sulla polizia afghana basandomi su un singolo incidente”.
Il primo ministro, nell’offrire il suo cordoglio e quello dell’intera nazione alla famiglie, ha detto che il suo impegno “a favore delle truppe resta incrollabile. È la mia priorità assicurare che i nostri eroici militari abbiano il miglior sostegno ed equipaggiamento possibile, e la giusta strategia, sostenuta dai nostri partner e dal nuovo governo afghano”.
Ma mentre il premier afferma che la rotta non cambia, una spaccatura sta emergendo nel suo partito laburista sulla strategia di uscita dall’Afghanistan: l’ex sottosegretario agli Esteri Kim Howells, ora presidente della commissione parlamentare per l’intelligence e la sicurezza, ha dichiarato che è ora di pensare a un ritiro a tappe delle truppe britanniche. Le risorse così risparmiate, ha aggiunto, consentirebbero un aumento delle attività di spionaggio per meglio garantire la sicurezza nazionale e la lotta al terrorismo.