Borsa svizzera: chiusura in netto calo, SMI -3,84%

(Keystone-ATS) Si conclude una giornata nettamente negativa per la Borsa svizzera. Al termine delle contrattazioni, l’indice dei titoli guida SMI ha perso il 3,84% a 11’881,30 punti, quello allargato SPI il 3,78% a 15’073,40.
Il mercato svizzero è quindi precipitato sotto la soglia psicologica dei 12’000 punti, e il record fatto segnare dallo SMI a inizio anno è ormai lontano di circa 1000 punti. Un dato simile non si vedeva da ottobre 2021.
A far virare verso il basso i listini – in tutta Europa e negli Stati Uniti – è in particolare la paura generata dalle tensioni in Ucraina, con gli occhi puntati su eventuali manovre militari russe. Tutto questo, in attesa delle decisioni della Federal reserve americana, che potrebbe alzare i tassi in marzo per contrastare l’inflazione.
A tutto ciò, si aggiunge nell’Eurozona un indice Pmi composito in calo – a gennaio – a 52,4 punti dai 53,3 del mese di dicembre. Il dato è inferiore alle attese degli analisti. L’indice dei servizi scende dal 53,1 al 51,2. Sale invece l’indice manifatturiero a 59,0 punti dai 58,0 di dicembre, in questo caso oltre le attese degli analisti.
Fra le blue chip, tutti i titoli sono risultati negativi. A livello di bancari, Credit Suisse è risultato il peggiore di giornata, in perdita del 6,80% a 8,276 franchi, mentre UBS è scesa del 4,69% a 16,67 franchi. Tra gli assicurativi si trovano i titoli migliori di giornata: Swiss Life ha ceduto il 2,40% (a 562,40 franchi), Zurich il 2,33% (a 423,10 franchi) e Swiss Re “solo” lo 0,32% (a 96,62 franchi).
I difensivi hanno fatto segnare andamenti piuttosto negativi, con Nestlé che lascia sul terreno il 2,51% a 118,00 franchi, Novartis il 3,91% a 76,75 franchi e Roche il 4,41% a 344,75 franchi. Fra i titoli più pesanti in assoluto si trovano Logitech (-5,90% a 66,38 franchi) e Sika (-5,68% a 308,80 franchi). Limita invece i danni Swisscom, con una contrazione dello 0,54% a 515,60 franchi.