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Camionisti italiani protestano contro la Svizzera

Il contrassegno S significa agevolazioni per i camion svizzeri Keystone

La decisione di agevolare alcuni autotrasportatori svizzeri nel traffico sotto il San Gottardo non piace alla concorrenza italiana.

L’Italia è decisa a fare pressione perché i suoi camion possano viaggiare liberamente attraverso le Alpi svizzere.

La “S” sugli autocarri svizzeri non è ammissibile. Così si esprimono gli autotrasportatori italiani dopo che la Confederazione, la settimana scorsa, ha deciso di agevolare l'”attraversamento del tunnel del S. Gottardo ai camion elvetici.

Paolo Uggé della Conftrasporto italiana non ci sta. “La situazione è già abbastanza complicata” dice a Swissinfo. I nostri affiliati, dall’incidente sotto il Monte Bianco e soprattutto dopo quello del S. Gottardo, stanno perdendo soldi e clienti. Ora, con il privilegio concesso agli svizzeri, la situazione rischia di farsi ancora più drammatica”.

Autotrasportatori svizzeri agevolati

Dall’ inizio della scorsa settimana, dando seguito alle richieste delle regioni periferiche, Berna ha introdotto un accesso agevolato per talune ditte di trasportatori svizzeri, nel caso in cui ci fossero colonne ai due portali del S. Gottardo.

“Alla luce della reintroduzione del doppio senso di marcia, una misura più che necessaria” ci dice Giancarlo Kessler, addetto economico presso l’ambasciata svizzera a Roma.

“Molti produttori locali, che trasportano le loro merci, in genere dal Ticino alla Svizzera interna e viceversa, sono penalizzati dalle lunghe colonne che regolarmente si formano ai piedi delle Alpi”.

Dunque, Berna, ha deciso di introdurre un contrassegno, la “S”, applicato sugli autocarri, che consente agli autotrasportatori svizzeri di evitare le aree di sosta e immettersi direttamente nel sistema “contagocce”.

“L’opposizione italiana è ingiustificata”, ci dice ancora Kessler, “dopotutto si tratta di un numero bassissimo di ‘privilegiati’ che mediamente, se calcolato sull’ arco di un anno, raggiunge a malapena il 5% del traffico pesante totale”.

L’Italia si appella ai bilaterali

Ma Paolo Uggé non vuole sentire ragioni. “La Svizzera ha firmato con l’Europa i bilaterali, che prevedono il libero passaggio delle merci. Noi ci siamo appellati a Bruxelles, perché faccia rispettare questi accordi. In caso contrario, chiederemo al nostro governo di contingentare il passaggio dall’Italia degli autocarri svizzeri”.

Difficile che si arrivi presto a una soluzione. Bruxelles potrebbe contestare a Berna le misure prese, ritenendole in contrasto con gli accordi bilaterali. Tuttavia, dopo l’incidente sotto il S. Gottardo, lo scorso anno, d’intesa con Berna, l’ UE si è finalmente decisa a inaugurare una politica, finalizzata a gestire il traffico comunitario, studiando nuove strategie per limitare l’impatto ambientale e i rischi di incidenti sulle dorsali alpine.

In questa prospettiva, il S. Gottardo non può sopportare più di 4 mila autocarri al giorno e oltretutto il traffico europeo non può penalizzare quello di prossimità. Dati di fatto incontestabili anche per Bruxelles.

L’Italia è decisa a fare pressione per poter viaggiare liberamente attraverso le Alpi svizzere. Per raggiungere il suo scopo, spera nell’ aiuto dei colleghi europei.

Tuttavia, c’è da chiedersi se il nuovo sistema di gestione del traffico svizzero non sia guardato con una certa simpatia, ad esempio, dai francesi: anche Parigi sta cercando il modo di ridurre il traffico sul Monte Bianco. O dagli austriaci, che entro il 2003 dovranno abolire il loro sistema di ecopunti, che finora ha limitato il passaggio sul Brennero. Insomma, il caso svizzero potrebbe fare dottrina.

Paolo Bertossa

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