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Catalogna: prove tecniche indipendenza, in 2 milioni al voto

(Keystone-ATS) Bandiere ‘estralladas’ e ‘seyneras’ ai balconi, i fiocchi gialli con lo slogan “Ahora es la hora” (Adesso è l’ora) appesi ai lampioni e l’orologio digitale di Plaza San Jaume, a Barcellona, che ha scandito per mesi il conto alla rovescia, finalmente fermo sull’ora X. In un’atmosfera pacifica e senza incidenti – a parte isolati atti vandalici – la Catalogna ha votato oggi in urne di cartone per il suo sogno indipendentista, sfidando il divieto della Corte costituzionale e la minaccia dell’arresto dei presidenti dei seggi, in una consultazione simbolica, che vuole essere l’anticipo di quella legale.

“Ci siamo guadagnati sul campo il diritto a un referendum definitivo”, ha detto il presidente catalano Artur Mas (CiU), assumendosi la “responsabilità legale” dell’intero processo partecipativo, fra l’entusiasmo alle stelle del popolo indipendentista, che lo ha accolto alla Escola Pia, dove ha depositato nelle urne il suo doppio ‘sì’: sì alla Catalogna come stato, sì a uno stato indipendente. Un processo bollato dal governo centrale di Mariano Rajoy come “un esercizio antidemocratico e inutile” e che rischia di complicare “il futuro” dialogo con la Generalitat.

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Nell’ impossibilità di definire un censo elettorale e in mancanza di una Giunta elettorale centrale, lo scrutinio non ha nessun valore legale. Ma il voto, verificato da un sistema informatico che impedisce alla stessa persona di votare due volte, “è un successo della democrazia in sé”, secondo Carme Forcadell, la ‘pasionarià, presidente dell’Assemblea Nazionale Catalana, che ha mobilitato l’esercito dei 40.000 volontari, a cui è stato affidato lo svolgimento della consultazione in assenza di arbitri ufficiali, neutri ed imparziali.

Indipendentemente dal risultato, l’alta percentuale di partecipazione – circa 2 milioni di votanti registrati alle 18:00 – data la scarsa affluenza degli unionisti alle urne, serve a misurare l’ampiezza del fronte indipendentista, l’esistenza o meno di una maggioranza soberanista. Secondo molti analisti, l’alta partecipazione rafforza la posizione di Artur Mas nel fronte indipendentista, che vede schierati con i centristi di Convergencia i Unio, i repubblicani di sinistra di Esquerra Republicana de Catalunya (Erc), gli eco-socialisti di Icv e la sinistra radicale della Cup.

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