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Cuba: attesa papa, indulto a 2900 detenuti, no riforma migratoria

(Keystone-ATS) Il presidente cubano Raul Castro continua a premere il pedale per aggiornare l’isola, in sintonia con i cambiamenti globali. Ieri, intervenendo in Parlamento, in vista dell’arrivo all’Avana il prossimo marzo di Benedetto XVI, ha annunciato che “nei prossimi giorni” sarà concesso l’indulto a 2900 detenuti, un numero quasi dieci volte maggiore rispetto ai 299 liberati nel 1998, quando si fece lo stesso in occasione della visita di Giovanni Paolo II.

“Il popolo ed il governo accoglieranno il pontefice con affetto e rispetto”, ha poi assicurato il capo dello Stato, sottolineando che la misura adottata è dovuta anche “alle numerose richieste dei familiari e delle istituzioni religiose”.

Tra coloro che godranno dell’indulto ci sono malati, anziani, donne e giovani “che potranno reinserirsi nella societa”. Nonchè 86 stranieri di 25 Paesi (“Se i loro governi li vorranno”). Ma non l’americano Alan Gross, accusato di aver tentato di introdurre materiale per Internet nell’isola. Ed i cui familiari, delusi, hanno assicurato oggi che “ha perso 45 chili ed è depresso”. E Washington ha già manifestato la sua “profonda delusione” per la mancata liberazione.

Castro, per contro, non ha annunciato, come segnalavano invece indiscrezioni, l’attesa riforma migratoria. “Non pochi la ritengono urgente, dimenticandosi le circostanze eccezionali in cui vive Cuba”, ha avvertito. “La questione non è facile da risolvere”, riconosce all’Ansa Reinaldo Gonzalez, specificando che “da anni si registrano alti e bassi in tal senso”.

L’aspettativa cresce, il mancato annuncio tuttavia non sorpreso molti. Con un figlio in Francia ed un altro negli Stati Uniti, Maria, 66 anni, assicura: “Non ho mai avuto problemi per uscire da Cuba. Ma le pratiche sono care, lunghe ed esasperanti. Anche per ottenere i visti d’entrata. Gli USA me li hanno negati già due volte”.

Insomma, mentre sperano che l’arrivo di Benedetto XVI possa spianare la strada anche alla riforma migratoria, i cubani pensano ora a celebrare le feste. Anche se con un cruccio nuovo: molti prezzi di prodotti e servizi sono aumentati. Gli oltre 350.000 cubani che si sono messi in proprio badano agli affari. “Un taglio di capelli dei barbieri statali mi costava 70/80 centesimi di peso. Ora devo pagare 20 pesos e ne guadagno 390 al mese”, si lamenta Raymundo Sanchez. Evidentemente anche gli autonomi cubani hanno imparato ad allinearsi ai loro colleghi nel mondo.

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