The Swiss voice in the world since 1935

Al-Jazeera ospite di swissinfo

Mohammed Krichene, presentatore di spicco dell'emittente del Qatar che fa ombra alla CNN swissinfo.ch

Uno dei protagonisti di un'esperienza televisiva unica nel mondo arabo ha parlato a Berna delle sue esperienze dopo l'undici settembre.

Giornalista già negli anni 80 per vari giornali tunisini d’opposizione, poi impiegato presso la BBC a Tunisi, Mohammed Krichene era ospite di swissinfo/Radio Svizzera Internazionale. Alla nostra sede a Berna ha poi incontrato anche i rappresentanti degli altri media svizzeri, che hanno avuto modo di porgli alcune domande.

Mohammed Krichene è stato uno dei primi presentatori della televisione indipendente Al-Jazeera, basata a Doha, nell’Emirato arabo del Qatar. Un’emittente, unica nel suo genere nel mondo arabo, nata nel 1996 grazie alla determinazione e alla volontà politica dell’Emiro del Qatar, che voleva modernizzare il mondo arabo, soprattutto a livello di informazione giornalistica. Per i primi 5 anni di vita, cioè fino al primo novembre di quest’anno, Al-Jazeera era finanziata completamente dal governo del Qatar. Ora, l’emittente dovrebbe finanziarsi da sola ma, dice Mohammed Krichene, “difficilmente ci riuscirà, quindi il Qatar dovrà continuare a finanziarci almeno per il 60%”.

Sono una cinquantina i giornalisti che lavorano per l’emittente. Rappresentano tutte le correnti politiche e religiose – dalla più islamica fino a quella marxista. Vi figurano anche due ex giornaliste della redazione araba di swissinfo/Radio Svizzera Internazionale. I giornalisti provengono da numerosi Paesi arabi. Solo uno, però, è originario del Qatar.

Al-Jazeera si è fatta un nome nei Paesi arabi già prima dell’undici settembre per aver abbandonato l'”informazione di Stato”, in auge nel mondo arabo, aprendo un vero e proprio dibattito politico, per aver dato spazio a tutte le tendenze politiche e religiose, per aver osato affrontare temi “tabù” nella società araba, attirandosi, all’inizio, le inevitabili ire di certi governi arabi. Ai microfoni di Al-Jazeera si presentano oppositori tunisini, giornalisti israeliani ma anche rappresentanti del movimento estremista palestinese Hamas. Inoltre, l’emittente ha già toccato temi come la poligamia o lo sfruttamento delle immigrate asiatiche nei Paesi del Golfo.

Mediatori e non commentatori

Oggi, dopo l’undici settembre con tutte le sue implicazioni politiche, sociali e umane, Al-Jazeera è diventata una televisione rispettata e temuta sia dagli occidentali che dai Paesi arabi. Gli Stati Uniti, a dire il vero, non la vedono di buon occhio e la accusano di dare troppo spazio agli estremisti. Alcuni Paesi arabi le rinfacciano inoltre di essere diventata pro-americana mentre l’Arabia Saudita tenta con varie pressioni di far tacere una voce che giudica troppo liberale. “Le critiche non mancano mai”, dice Mohammed Krichene, “noi cerchiamo di fare il nostro lavoro di giornalisti nel migliore dei modi. Non ci consideriamo commentatori, piuttosto mediatori. Vogliamo mettere a confronto i vari punti di vista. Questo è il nostro compito”.

Ricordiamo che dai microfoni di Al-Jazeera si sono espressi il ministro della difesa americano Rumsfeld, la consigliera del presidente Bush, Condoleeza Rice, e lo stesso segretario di Stato Colin Powell. Prossimamente l’emittente dovrebbe diffondere un’intervista con il presidente americano. Alla domanda se Al-Jazeera non teme di venir manipolata, Mohammed Krichene risponde che è una possibilità che non si potrà mai escludere completamente.

Anche per quanto riguarda le famose cassette pre-registrate di Osama Bin Laden, recapitate all’ufficio di Kabul dell’emittente, Krichene dice che di fronte ad uno scoop del genere non si può dire di no. Tanto più che Al-Jazeera, come detto, lascia che si esprimano tutte le parti coinvolte in questa guerra. L’ufficio di Kabul esiste da due anni e il corrispondente di Al-Jazeera ha buoni contatti con le autorità talibane. Questo gli permette anche di capire subito se la cassetta recapitata è davvero autentica.

Collaborazione con la CNN

Mohammed Krichene sottolinea però che all’interno della redazione non mancano le discussioni di carattere etico-professionale. Sempre in relazione ai “messaggi” di Bin Laden il giornalista ospite racconta che la prima volta si è trovato a dover mandare in onda la cassetta da un momento all’altro, senza preparazione. La seconda cassetta, quella di sabato scorso, è stata invece trasmessa alla presenza di personalità indipendenti che ne hanno commentato il contenuto.

Al-Jazeera non ha invece accesso ai combattenti dell’Alleanza del nord, diventati sospettosi dopo l’assassinio del loro comandante da parte di sedicenti giornalisti arabi e si avvale pertanto della collaborazione della CNN americana. A Washington, invece, il corrispondente di Al-Jazeera viene trattato con i guanti perché ora non è più solo il rappresentante di un media che contribuisce alla democratizzazione della società araba.

E a proposito degli Stati Uniti vorremmo citare, per concludere, un’osservazione interessante di Mohammed Krichene. “Per la prima volta”, dice il presentatore, “gli Stati Uniti fanno una guerra che non è controllata dai loro media”. Il giornalista aggiunge con un pizzico di rammarico che “le immagini dei civili morti interessavano di meno le catene televisive americane e occidentali. Tutti volevano solo le cassette di Bin Laden. Eppure”, conclude Mohammed Krichene, “nel caso di altre stragi, in altri Paesi, erano le prime immagini che richiedevano.”

Elena Altenburger

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR