Cleopatra, la regina dei pittori

Il Museo Rath di Ginevra ospita fino al primo agosto un personaggio della storia antica che è ormai entrato a far parte della leggenda.
Si tratta di un panorama completo delle rappresentazioni della regina d’Egitto nell’arte occidentale, dal XVI al XX secolo.
Cleopatra, figlia di Tolomeo XII Aulete, ultima regina della dinastia dei Lagidi… Ma la mostra non offre reperti archeologici, statue o dipinti rappresentativi dell’antico Egitto.
Il titolo della manifestazione parla chiaro: siamo invitati a guardare Cleopatra attraverso «lo specchio dell’arte occidentale». Una sessantina di pitture, dal XVI al XX secolo, rendono conto dell’importanza del mito nella coscienza collettiva.
Ispirate a fonti letterarie, da Plutarco a Plinio il Vecchio, Puskin,Théophile Gauthier, passando naturalmente per Shakespeare, questi dipinti mettono in scena la regina, a volte anche Antonio, che si suicidò con lei, o Ottavio, il futuro imperatore Augusto, il comune nemico.
La portata simbolica del suicidio
Commissario della mostra, Claude Ritschard ha spulciato gli inventari delle collezioni pubbliche e private, in cerca delle tele più rappresentative, che sono spesso le meno note al grande pubblico.
Ai nomi di pittori celebri, come Guido Reni, Giambattista Tiepolo o Arnold Böklin, si affiancano quelli di maestri meno popolari, come Guido Cagnacci, un allievo di Guido Reni, al quale dobbiamo una versione toccante e carnale della «Morte di Cleopatra».
Il momento del suicidio è spesso privilegiato dagli artisti, in particolare per la natura spettacolare dello «strumento» utilizzato, il serpente, che permette di sottolineare la dimensione simbolica e religiosa della scena.
Dal punto di vista cronologico, la mostra documenta l’evoluzione degli stili, dal manierismo al romanticismo nascente, fino alle composizioni orientaliste dei pittori della fine del XIX secolo.
Dall’Arte alla settima arte
Il cinema si è subito appropriato del personaggio di Cleopatra, fin dal 1899, quando la pittura narrativa cominciò ad abbandonarlo alla propria sorte.
Tra i sessanta film ispirati alla figura di Cleopatra, a due è dato particolare rilievo, sia attraverso manifesti (quelli in cui appare Liz Taylor sono stati di volta in volta interpretati da Andy Warhol e Mimmo Rotella), sia attraverso costumi o fotografie colorate.
Alla fine di questa panoramica sull’arte occidentale, ossessionata da questa eroina ambivalente, ci si sorprende a vagheggiare non tanto al personaggio in sé, quanto piuttosto ai pittori, agli scultori e ai cineasti che hanno saputo muoversi con delicatezza tra storia e leggenda, tra angusti codici rappresentivi e libertà creativa, tra erotismo e terrore di fronte alla morte.
swissinfo, Laurence Chauvy
Traduzione: Luisa Orelli
«Cleopatra nello specchio dell’arte occidentale», a Ginevra, al Museo Rath, fino al primo agosto.
Aperta dalle 10 alle 17 e il mercoledì dalle 12 alle 21. Lunedì chiuso.
Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo di 408 pagine, con 208 illustrazioni a colori. (Musées d’art et d’histoire e Éditions 5 Continents)

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