Prospettive svizzere in 10 lingue

La fine della “truppa” giornalistica

Anche il noto presentatore televisivo svizzero-tedesco Mäni Weber figurava nel 1985 al servizio della Distra. Archiv APF

La divisione Stampa e Radio dell’esercito svizzero sarà sciolta alla fine dell’anno. L’informazione sarà affidata ai dipartimenti federali e alla SRG SSR.

Creato nel 1939, l’organo informativo del Consiglio federale ha perso sempre più d’utilità dopo la caduta del muro di Berlino.

“Mi rammarica il fatto che, con la soppressione della Divisione Stampa e Radio (ndr: DISTRA), si dovrà fare a meno di una preziosa rete informativa per le culture, le lingue e i media del paese”, dichiara a swissinfo Rolet Loretan, responsabile della DISTRA.

La divisione – di competenza del governo, e non dell’esercito – interviene durante le situazioni di crisi (guerre o catastrofi naturali), quando i media civili non sono più in grado di assicurare l’informazione.

“La Svizzera era l’unico paese in Europa dove la gestione delle notizie in caso di guerra era affidata ai politici, e non ai generali”, spiega Loretan.

“La correttezza dell’informazione era inoltre assicurata da esperti del settore”.

L’importanza della voce

Dalla Seconda guerra mondiale, alla DISTRA lavoravano soprattutto giornalisti, moderatori e quadri della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR idée suisse), oltre ai giornalisti di quotidiani. Tutti erano impiegati durante il loro servizio militare.

Negli anni ’80, il comandante militare della divisione informativa era Antonio Riva, l’ex direttore della SRG SSR. Heinrich von Grünigen, una volta responsabile dei programmi della radio svizzero tedesca DRS 1, è invece attualmente il capo pubblicista.

500 dei 1’700 collaboratori sono professionisti del mondo dei media. Prima di essere assunti, oltre a saper applicare le conoscenze civili anche in ambito militare, devono provare di avere la consapevolezza di dover svolgere un ruolo fondamentale: la loro voce deve contribuire, durante la crisi, ad instaurare un clima di fiducia tra la popolazione.

Black out dei media impossibile

“Per tanti anni, la DISTRA ha assunto professionisti di stazioni radio, canali televisivi e redazioni di giornali”, racconta Loretan.

Il responsabile dell’informazione dello Stato Maggiore del Consiglio federale ci dice di essere un’unità “multimediale, siccome si è aggiunto anche internet ai tradizionali strumenti di comunicazione”.

Non solo la caduta del muro di Berlino, ma anche le trasformazioni avvenute nel mondo dei media, che ha visto spuntare le emittenti private, ha contribuito all’inizio della fine della DISTRA.

Dal 1992, televisioni e radio private non devono più sottostare all’obbligo federale di trasmettere, durante una guerra o altre emergenze, i programmi della SRG SSR.

“Al giorno d’oggi, è praticamente impossibile che il flusso d’informazione della totalità dei media venga sospeso”, indica Loretan.

“Il compito primario della DISTRA è quindi stato messo fortemente in discussione”.

Un relitto inutile

Queste considerazioni hanno spinto la Confederazione a smantellare a poco a poco le proprie divisioni informative e a ridurre il personale impiegato.

“La DISTRA è un relitto della Seconda guerra mondiale”, dichiarò nel 1999 il consigliere nazionale radicale Erich Müller.

La mozione parlamentare del deputato fu accolta dal Consiglio federale, il quale decise, nel 2003, di scogliere l’organo responsabile dell’informazione in situazioni straordinarie.

Durante la Seconda guerra mondiale, la DISTRA era concepita quale autorità di censura dello Stato Maggiore. Nel 1941, due anni dopo la sua creazione, passò sotto il controllo del Consiglio federale. Questo sulla base di esigenze politiche, le quali hanno voluto affidare all’autorità civile e non a quella militare la responsabilità della censura.

Censura che è stata soppressa alla fine degli anni ’80, periodo in cui la funzione centrale della DISTRA perse di importanza.

Un libro per ricordare

Nel 1995, l’effettivo è stato ridotto da 2’500 a 1’700 collaboratori e nel 1998 la DISTRA ha svolto la sua ultima missione.

Dal 1. gennaio 2005, tutto sarà soltanto un ricordo del passato. L’esercito eliminerà le infrastrutture superflue ed i suoi militi, sotto ufficiali ed ufficiali saranno trasferiti in altri dipartimenti.

Durante la cerimonia finale di venerdì, l’ultima parola spetta al ministro della difesa Samuel Schmid.

I 65 anni dell’organo informativo sono invece ripercorsi dal libro “Die Stimme, die durch Beton geht” (“La voce che attraversa il cemento”).

Antenne sotterranee

Il Consiglio federale ha approvato un nuovo ordinamento in materia di comunicazione nelle situazioni di crisi.

L’esecutivo elvetico ha infatti concluso una convenzione di prestazioni con la SRG SSR idée suisse e l’Agenzia telegrafica svizzera (Ats).

Nei casi di emergenza, giornalisti scelti della società di radiotelevisione saranno chiamati a trasferirsi nel bunker della Confederazione, da dove svolgeranno la loro attività di corrispondenti.

Nell’impianto protetto si trova l’unico studio radio interamente digitale della DISTRA. La rete denominata “UKW 97” copre tutte le regioni linguistiche grazie a 36 trasmettitori, capaci di diffondere le informazioni anche nei bunker della protezione civile.

In caso di emergenza, un motore diesel collegato ai trasmettitori sotterranei, è pronto ad attivare le antenne telescopiche.

“Come le antenne delle automobili”, indica Rolet Loretan.

swissinfo, Andreas Kaiser
(traduzione: Luigi Jorio)

La Divisione Stampa e Radio dello Stato Maggiore del Consiglio federale è stata creata nel 1939.

L’organo d’informazione in situazioni di crisi cesserà le attività alla fine dell’anno.

La comunicazione delle notizie durante una guerra o una catastrofe naturale sarà affidata alla SRG SSR idée suisse e all’Agenzia telegrafica svizzera.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR