
Le 65 primavere dello scrittore Peter Bichsel
Considerato uno dei più importanti autori contemporanei svizzero-tedeschi, Bichsel ha compiuto venerdì 65 anni. Non racconta solamente storie da leggere: quando usa la parola spesso incita anche alla riflessione su quanto sta capitando in Svizzera.
Nato nel 1935 a Lucerna, Peter Bichsel vive da anni a Bellach, presso Soletta. La sua fama va ben oltre gli ambienti letterari: con i suoi articoli di giornale riesce a raggiungere anche un pubblico che non compera i suoi libri.
Il suo esordio come autore è del 1964, quando pubblica le «Milchmann-Geschichten» (Storie del lattaio): racconti brevi, apparentemente semplici e senza pretese. Ma dietro a questa sobrietà si cela un esercizio stilistico e mnemonico tutt’altro che piatto.
Tra contraddizioni, salti temporali e anacoluti, Bichsel introduce nei racconti «il silenzio». Questo stile inconfondibile ha accompagnato tutte le sue opere da «Eigentlich möchte Frau Blum den Milchmann kennenlernen» (In fondo alla signora Blum piacerebbe conoscere il lattaio, 1964) fino all’ultima opera «Cherubin Hammer und Cherubin Hammer» (1999) che l’anno scorso ha guidato la graduatoria dei best-sellers.
Contagiato fin da giovane dalla «mania delle lettere» – come egli stesso afferma – lo scrittore è stato dal 1955 al 1968 maestro di scuola elementare: pur conservando un buon ricordo, l’autore confessa che quel periodo gli riserva anche incubi: «Spesso mi sveglio con la sensazione di essere scampato per un soffio a una catastrofe, per essermi dimenticato di insegnare ai miei allievi a far di conto».
Dal 1974 al 1981, Bichsel è stato consulente personale del Consigliere federale socialista Willy Ritschard. Fondatore nel 1970, assieme ad una ventina di altri scrittori, del movimento di protesta «Gruppo di Olten», vicino agli ambienti di sinistra, Bichsel non esita a prendere posizione sui temi della politica, ma non ama gli slogan ad effetto.
Nel 1995 ha rassegnato le dimissioni dal PS solettese, senza però uscire da quello svizzero, in segno di protesta contro lo slogan elettorale «Kussecht un Vogelfrei» (indelebile e proscritto) che faceva riferimento alle dimissioni del vescovo Hansjörg Vogel, costretto a lasciare la carica per un’imminente paternità.
Le riflessioni e le osservazioni dello scrittore sulla quotidianità svizzera si riflettono negli articoli di fondo che pubblica dal 1968 su diversi giornali e periodici e che egli stesso ama chiamare «Politschnulzen» (canzonette politiche sdolcinate).
Per il suo compleanno, è stata pubblicata una nuova raccolta che comprende gli articoli scritti negli ultimi cinque anni.
Bichsel è stato insignito nel 1967 del premio del Gruppo 47 per il manoscritto «Die Jahreszeiten» (Le Stagioni). Nel 1987 ha ottenuto il premio della Fondazione Schiller per l’opera completa.
L’anno prima era stato insignito del riconoscimento Johann-Peter-Hebel che prende il nome dal poeta tedesco. Sempre per la sua opera completa, Bichsel è stato insignito l’anno scorso del Premio Gottfried Keller.
swissinfo e agenzie
nella foto d’archivio: lo scrittore Peter Bichsel

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