Mezzo secolo di estetica rigorosa e giocosa
Il Kunsthausforum di Berna dedica un'esposizione ad architettura, grafica e design svizzeri dal 1950 ad oggi.
Precisione e armonia costituiscono il «fil rouge» che unisce queste forme di arte applicata.
Grafica, design e architettura: tre ambiti eterogenei ma che, almeno a partire dagli anni Cinquanta, in Svizzera hanno in comune due caratteristiche: un’estetica rigida eppur giocosa.
Da qui il titolo della mostra «Spielwitz & Klarheit» («Divertimento e chiarezza»), dove la «chiarezza» è caratterizzata dal certosino controllo delle proporzioni, dalla nitidezza delle linee e dalla perfetta padronanza dei rischi.
Dal canto suo, il «divertimento» si rivela necessario per rendere meno rigida la perfezione e al contempo attribuire originalità e unicità all’opera.
Contrasti artistici
«A differenza di quanto potrebbe sembrare, divertimento e chiarezza non sono in conflitto fra loro», spiega l’architetto Claude Lichtenstein, curatore della mostra.
«La loro polarità crea anzi dei contrasti interessanti».
Contrasti fondamentali, perché permettono di trasformare un semplice oggetto in una produzione artistica.
Per Lichtenstein infatti, creare un bell’oggetto non significa già di per sé fare dell’arte. «Occorre andare al di là della semplice bellezza di un’opera affinché possa continuare ad esistere come tale anche anni dopo la sua creazione».
Una capacità, quella di animare di senso artistico gli oggetti, in cui la Svizzera eccelle, ma che a parole non è semplice da spiegare.
Ecco perché i curatori del Kunsthausforum hanno voluto che fossero le creazioni stesse a esemplificare la ricca produzione artistica nella Confederazione.
Scelta anodina
Fra i plastici, le fotografie, le copertine di CD, i mobili, le realizzazioni architettoniche e i disegni industriali esposti alcuni sono molto noti.
Come la leggendaria sedia da spiaggia in Eternit di Willy Guhl, la linea di mobili da ufficio in acciaio USM di Fritz Haller, o il ponte Sunniberg vicino a Klosters – visibile in un filmato – progettato da Christian Menn e diventato ormai una tappa culturale quasi obbligata per i turisti che si recano nei Grigioni.
Da Botta a Le Corbusier, passando per i fratelli Freitag, gli esempi di opere di stampo rossocrociato apprezzate e esportate in tutto il mondo sono numerosi. Con le loro creazioni Lichtenstein e i suoi collaboratori avrebbero potuto allestire una mostra certo molto ricca.
Ma, invece di optare per questa scelta assai scontata, hanno deciso di dedicare la maggior parte del loro spazio a realizzazioni che, seppur meno conosciute, presentano anch’esse la bipolarità fra linearità e giocosità, al contempo estetiche e funzionali.
L’arte si cela ovunque
Puntare soprattutto su «opere minori» si è rivelata una valutazione assai felice ed efficace.
Solo così è infatti stato possibile illustrare la grande vastità della produzione architettonica, grafica e del design elvetica degli ultimi cinque decenni. Opere degne di nota e dall’alto valore artistico sono infatti sparse un po’ ovunque, dove meno ce se lo aspetterebbe.
Come la casa di vacanza progettata dalla coppia d’architetti Heidi e Peter Wenger nel 1955. Questo edificio eccentrico, in forma piramidale, è situato nei boschi di Saflisch, in Vallese, a oltre 2000 metri di altitudine.
Degni di nota anche i mobili della serie «Squadro» ideati da Klaus Vogt nel 1966. In forma di parallelepipedi colorati hanno porte ovali che nascondono a volte un armadio, altre volte una scrivania, oppure ancora una libreria.
Fra le realizzazioni del terzo millennio, sorprende e strappa un sorriso la maglieria divertente e divertita di Patricia Collenberg e Zuzana Ponicanova, fatta di manicotti a mezzo braccio, guanti a tre dita, passamontagna rossi con due grossi ponpon sulle orecchie.
Tante opere che permettono di affermare che la Svizzera è riuscita a forgiarsi nei tre ambiti in cui si concentra la mostra una sua particolare identità artistica, dove estro e proverbiale rigore elvetico vanno perfettamente a braccetto.
swissinfo, Anna Passera
Esposizione «Spielwitz & Klarheit» («Playfully Rigid»), presso il Kornhausforum di Berna fino al 7 gennaio 2007.
Temi: architettura, grafica e design in Svizzera dal 1950 al 2006.
Orari d’apertura: martedì-venerdì 10-19; sabato-domenica: 10-17.
Il Kornhausforum di Berna propone un programma interdisciplinare sulla concezione, in particolare nei settori dell’architettura, del design e della fotografia.
Il forum si vuole inoltre una piattaforma per progetti che integrano una riflessione sociopolitica. Oltre alle esposizioni – che costituiscono una parte importante del programma – organizza numerose conferenze, dibattiti, discussioni, esibizioni, videoproiezioni, festival e feste.
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