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Paléo, ovvero l’arte d’anticipare

Tre per uno: Bowie ha problemi di salute, il Paléo chiama Patti Smith, i Texas e The Charlatans (paleo.ch) Paleo website

Il festival Paléo di Nyon è giunto alla 29esima edizione. I biglietti per la manifestazione, che si tiene dal 20 al 25 luglio, sono andati a ruba: tutto esaurito prima ancora di cominciare.

Un successo che si ripete anno dopo anno e che il direttore del festival, Daniel Rossellat, cerca di spiegare a swissinfo.

Per ascoltare niente di meno che Peter Gabriel, Lhasa, Diam’s, Garou, Pascal Obispo, Muse, The Darkness, Jacques Higelin, IAM, Eros Ramazzotti, Stephan Eicher, Alain Bashung, o più semplicemente per divertirsi, il pubblico si è precipitato sui biglietti del Paléo.

E se qualcuno è rimasto deluso dall’annullamento del concerto di David Bowie, che doveva tenersi il martedì, potrà sempre rifarsi con i Texas e Patti Smith, rimpiazzanti di lusso che forse potranno far dimenticare l’assenza del convalescente David.

190’000 biglietti venduti in sei giorni, 60’000 dei quali nelle sei ore successive all’annuncio in conferenza stampa del programma. Anche se non è la prima volta che il Paléo si svolge a botteghini chiusi, la velocità con cui sono stati venduti i biglietti è da record. Il festival di Nyon migliora i risultati della prevendita anno dopo anno.

swissinfo: Quest’anno tutti i biglietti sono stati venduti in qualche giorno. L’anno prossimo forse basteranno 24 ore. È il caso di parlare di spirale della prevendita?

Daniel Rossellat: Effettivamente la spirale del nostro successo è in fase ascendente: più si va veloci… più si va veloci! Anche senza essere convinte al 100 per cento, le persone acquistano in fretta i biglietti per timore di restare senza più tardi. Non bisogna però dimenticare che un tale sistema è fragile e che quando si entra in una spirale discendente, la sensazione di fallimento è tanto più dura e crudele.

Non voglio sbilanciarmi. È molto difficile fare dei pronostici sull’evoluzione delle abitudini della gente. Non so se questa tendenza durerà a lungo. Per il momento cerchiamo d’analizzare la situazione e di agire d’anticipo.

Perché anche se sono dei problemi piacevoli, restano pur sempre dei problemi. Chi non ha internet, ad esempio, si è lamentato, perché quando ha ricevuto il programma i posti erano già esauriti… Siamo dunque all’origine di frustrazioni e malumori e questo per un organizzatore è detestabile. Bisogna trovare delle soluzioni.

swissinfo: Quest’anno avete deciso di ammettere 35’000 spettatori al giorno, invece dei 33’500 degli scorsi anni. Il terreno del festival è stato ampliato di due ettari, non si rischierà comunque di stare un po’stretti?

D.R.: No, non credo. Al momento attuale abbiamo ancora un discreto potenziale e potremmo vendere più biglietti. Se la dimensione del terreno è cresciuta del 20%, il numero di spettatori è stato bloccato ad un più 5%.

swissinfo: Daniel Rossellat ha dovuto delegare l’organizzazione dell’edizione 2003 del Paléo, perché era impegnato con Expo.02. Come ha ritrovato il suo festival?

D.R.: L’esperienza di Expo.02 è stata molto arricchente e faticosa. Ma soprattutto mi ha permesso di vedere che anche delegando ad altri l’organizzazione, il Paléo funziona. Ci sono molte cose che sono andate bene e che continuano ad andare bene senza il mio intervento.

Da quando sono tornato ho potuto concentrarmi sui nuovi progetti, come l’ampliamento e l’organizzazione dell’area sulla quale si svolge il festival. Si tratta di progetti a medio termine, anche se ho sempre un occhio attento al budget.

Questo modo di procedere ci ha permesso – e forse può essere considerato un lusso – di avere sempre qualcuno un passo avanti rispetto alla fase operativa del festival. Da diverse settimane, per esempio, mi occupo molto di tutto quanto sarà messo in scena per la 30esima edizione.

In questo senso il mio è solo un ritorno parziale alla funzioni che ricoprivo prima della pausa Expo.02. Ora mi occupo molto di più di visioni a lungo termine, affinché il festival continui ad innovare, a prendere dei rischi e ad essere un punto di riferimento per il pubblico, i professionisti del settore e gli artisti.

swissinfo: L’esperienza di Expo.02 le ha insegnato qualcosa che Paléo non le aveva ancora insegnato?

D.R.: Certo. Uno degli insegnamenti dell’Expo è che gli spettacoli contribuivano all’atmosfera generale, ma se il loro numero era giustificato, forse la loro eterogeneità era eccessiva.

A volte si diventa nemici delle cose giuste. È una tentazione frequente tra gli organizzatori, ma anche tra gli architetti e tra i cuochi! Ad un certo momento non si deve cercare qualcosa di più, bisogna fare delle scelte. Quest’anno al Paléo abbiamo cercato di ridurre il numero d’installazioni sul terreno per avere più spazio, più libertà…

Ci sarebbe ancora molto da dire in merito all’Expo.02. Grazie ad un progetto del genere s’imparano miriadi di cose, anche quelle che non si dovrebbero mai fare. E questo è sempre utile.

swissinfo: Peter Gabriel, finalmente la 29edizione del Paléo può mettere in cartellone questo mostro sacro…

D.R.: È vero, Peter Gabriel rappresenta un vecchio sogno. Sono quasi 20 anni che speriamo di potergli dare il benvenuto a Nyon.

Per molti aspetti, Peter Gabriel coincide con la filosofia del Paléo. Il suo impegno, che è contemporaneamente artistico, sociale e politico, corrisponde alla nostra passione per le musiche del mondo. Il suo lavoro è ricco, interessante e responsabile, sia da un punto di vista musicale che politico.

A mio avviso, dunque, incarna i nostri obiettivi, in particolare quelli che cerchiamo di raggiungere con il «Villaggio del Mondo». Fa veramente parte del tipo d’artisti che ci piace accogliere.

Intervista swissinfo, Bernard Léchot, Nyon
(traduzione, Doris Lucini)

20-25 luglio 2004: 29esima edizione del festival Paléo di Nyon
Biglietti esauriti durante la prevendita
Tuttavia, per combattere il mercato nero, 500 biglietti saranno disponibili ogni giorno su www.paleo.ch e ai punti di vendita Ticketcorner

Il festival Paléo accoglie 35’000 spettatori ogni giorno. La manifestazione si svolge su un’area di 78,5 ettari, sulla quale trovano posto anche un campeggio e dei parcheggi.

Gli spettacoli si svolgono su sei palchi diversi. Ci sono inoltre 150 stand. Alla riuscita di Paléo collaborano 3’500 persone. 30 posti di lavoro sono a tempo pieno. La cifra d’affari supera i 16 milioni di franchi.

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