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Severo il rapporto presentato da Joseph Voyame sul razzismo in Austria

Nella foto d'archivio, Joseph Voyame Keystone

Lo svizzero Joseph Voyame, vice-presidente della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza ha redatto un rapporto, particolarmente duro, sulla xenofobia in Austria.

Le indiscrezioni emerse potrebbero avere ripercussioni sul rapporto dei «saggi», di prossima pubblicazione. Secondo una fuga di notizie, riportate da un giornale finlandese, le accuse mosse da Joseph Voyame e dall’esperto albanese Arben Puto sarebbero gravi: nella vita politica austriaca si utilizzerebbero spesso espressioni razziste e ai «cattivi stranieri», cioè ai non-europei verrebbe attribuita la responsabilità della disoccupazione e della criminalità.

Gli autori del rapporto non sono teneri neppure con il Partito della Libertà (FPO) di Jörg Haider, il partito di estrema destra che dallo scorso febbraio fa parte del governo del conservatore Wolfgang Schüssel. Essi lo accusano di aver interferito con una serie di denunce nel lavoro dei media allo scopo di limitarne la libertà di espressione.

Questa versione del rapporto, che fa seguito ad una visita di quattro giorni a Vienna, avrebbe dovuto restare segreta, come nel caso dei rapporti concernenti gli altri 40 Paesi del Consiglio d’Europa, tutti passati al vaglio della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza. Secondo la procedura abituale, lo Stato in questione ha due mesi di tempo per reagire alle osservazioni degli esperti. In un secondo tempo può, in teoria, opporsi alla pubblicazione.

Joseph Voyame deplora queste indiscrezioni, che imbarazzeranno soprattutto i tre «saggi» designati da Luzius Wildhaber, lo svizzero che presiede la Corte europea dei diritti dell’uomo. I tre, pure incaricati di esaminare la portata del fenomeno razzista in Austria, dovrebbero pubblicare il loro rapporto fra qualche giorno. I 14 partner dell’Austria in seno all’Unione europea non aspettano altro per revocare le sanzioni bilaterali contro Vienna. Un rapporto moderato cadrebbe dunque a fagiolo. Le gravi accuse mosse da Joseph Voyame, invece, irritano.

Thierry Zweifel

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