Disoccupazione rimane stabile al 2,9% in novembre in Svizzera
Disoccupazione stabile in Svizzera: in novembre il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,9%, allo stesso livello di ottobre e con scarsa variazione in confronto al 2,8% registrato in settembre e agosto.
(Keystone-ATS) Sull’arco di dodici mesi si registra invece un incremento di 0,3 punti percentuali.
Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) alla fine dell’undicesimo mese dell’anno il numero dei disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC) è salito a 138’900 (tutte le cifre assolute arrotondate al centinaio, per facilità di lettura), cioè 3600 in più di ottobre (+2,7%) e 17’700 (+14,7%) in più di un anno prima. A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati quasi 170’000 senza lavoro, con un tasso al 3,7%.
Va sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza. Gli indicatori si basano inoltre sulle persone effettivamente iscritte all’URC: la definizione di disoccupato è quindi diversa da quella dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. Stando all’ILO la disoccupazione in Svizzera nel terzo trimestre (ultimo dato disponibile) era al 5,2%.
Tornando alle valutazioni odierne della Seco, in Ticino in novembre il tasso di disoccupazione si è attestato al 3,0% (+0,3 rispetto a settembre, invariato su base annua), nei Grigioni all’1,5% (+0,1 e +0,2). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 5000 disoccupati (+500 mensile, +100 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 1600 (pure +100 e +200). Il Ticino è al decimo posto fra i più toccati dal problema, con Giura e Ginevra i più in difficoltà, mentre i Grigioni sono al sesto rango nella graduatoria dei meno colpiti, dominata da Appenzello Interno.
Tornando all’ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che fra i giovani (15-24 anni) la disoccupazione è al 3,1%, fra i 25-49enni al 3,2% e fra chi ha più di 50 anni al 2,6%. I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 19’500, il 2,5% in più di ottobre e il 30,9% in più di dodici mesi prima, fra cui 8700 ultracinquantenni.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,0% (nessuna variazione mensile e +0,3 annuo), gli stranieri del 5,2% (+0,2 e +0,7). Per regione di provenienza, i tassi più elevati si osservano per gli ucraini (25,2%; il dato va però considerato con cautela, secondo la Seco, perché per motivi metodologici non rispecchia la realtà attuale), seguiti dagli africani (9,0%), che la Seco considera nel loro insieme, dai bulgari (7,9%) e dai rumeni (7,8%). L’Ue è al 4,7%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 6,5%, l’Italia al 4,5% e la Germania al 3,3%.