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L’orologio di lusso contro il franco forte

La 25esima edizione del Salone internazionale dell'alta orologeria si tiene dal 19 al 23 gennaio al Palexpo di Ginevra. Keystone

La 25esima edizione del Salone internazionale dell'alta orologeria si è aperta lunedì a Ginevra, pochi giorni dopo la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di rinunciare alla soglia minima di cambio tra il franco e l’euro. Ancora difficile dire in che misura il rafforzamento della valuta peserà quest’anno sulle attività dell’orologeria di lusso. 

Il Salone internazionale dell’alta orologeria (SIHH)Collegamento esterno è il luogo d’incontro tra orologi molto cari e professionisti del settore. A differenza di Baselworld, il SIHH non è aperto al pubblico, ma solo a professionisti e giornalisti. Per la 25esima edizione sono attesi circa 15’000 visitatori, di cui 1’500 rappresentanti dei media. 

Quest’anno vi partecipano 16 espositori, di cui 12 appartengono al gruppo Richemont, che avranno a disposizione una superficie di quasi 40’000 metri quadrati al Palexpo di Ginevra per mostrare i loro nuovi prodotti. Cifre che evidenziano la forte crescita del salone dalla sua prima edizione, che aveva riunito cinque espositori su 4’500 metri quadrati. 

Quali ripercussioni avrà l’improvviso rafforzamento del corso del franco sulle attività del settore? Secondo la La Tribune de Genève, “gli effetti di questo ‘tsunami’ sono più complessi da misurare di un semplice calcolo del corso di cambio. L’industria orologiera è stata in grado di superare la crisi finanziaria del 2007 e il susseguente apprezzamento del franco, come dimostrano i risultati del gruppo Richemont, che registra un balzo avanti in un mercato europeo in piena crisi”. 

A detta del giornale ginevrino, la decisione della BNS “non suona la campana a morto per l’orologeria svizzera, visto che la meccanica di precisione e le complicazioni ‘Made in Switzerland’ non possono essere delocalizzate”.

Altrettanto fiduciosa, Fabienne Lupo, direttrice del Salone, per la quale neppure le recenti crisi in Russia e Medio Oriente dovrebbero indebolire il settore del lusso. “È vero che la caduta dei prezzi del petrolio e la forte svalutazione del rublo sono fenomeni recenti, ma non credo attualmente che dovrebbero compromettere l’arrivo dei professionisti di queste regioni a Ginevra”.

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