Fa strage di asiatiche in tre spa Atlanta, ‘basta sesso’

(Keystone-ATS) Con una furia incontrollata ha fatto una strage di donne: il ventunenne Robert Aaron Long ha preso di mira tre centri massaggi ad Atlanta e ucciso a sangue freddo otto persone, tra cui sette donne quasi tutte asiatiche.
Poi è scappato ma la sua fuga è durata solo un paio d’ore: la polizia lo ha braccato in autostrada a bordo della sua Hyundai nera. Le motivazioni alla base del gesto folle non sono ancora chiare: gli investigatori sono cauti di fronte ad una prima ipotesi di un crimine d’odio contro gli asiatici, nei confronti dei quali gli attacchi sono aumentati del 150% negli Stati Uniti nel 2020, l’anno della pandemia. Un’ipotesi che sembra cadere con il passare delle ore e dopo il primo interrogatorio di Long che ha spiegato agli inquirenti di non essere stato guidato da motivi razziali.
A spingerlo ad agire è stata quella che ha definito una sua “dipendenza dal sesso” e la volontà di infliggere un colpo all'”industria del porno”. Il suo obiettivo era infatti cancellare quei ‘massage parlor’ – che offrono massaggi erotici ma anche prostituzione e che operano legalmente – nel tentativo di “eliminare la sua tentazione”. Il progetto di Long era ben più ambizioso della sola Atlanta: voleva continuare a colpire con la sua nove millimetri lo stesso target ma in Florida, Stato in cui era diretto nella sua fuga.
Long, secondo la polizia, conosceva i tre centri massaggi colpiti: “probabilmente li frequentava”, ha detto lo sceriffo della contea di Cherokee Frank Reynolds. “Siamo ancora nelle fasi preliminari delle indagini e non siamo ancora in grado di determinare il movente. È troppo presto per dire se si è trattato o meno di un crimine d’odio”, ha aggiunto Reynolds ringraziando la famiglia di Long per la collaborazione. I famigliari del ragazzo hanno infatti visto la sua foto in televisione e, nonostante lo shock, hanno immediatamente contattato la polizia e collaborato, favorendo al suo arresto in tempi stretti. Long non ha opposto alcune resistenza al suo fermo e si è assunto la responsabilità dei tre attacchi, ha riferito Reynolds. Iniziano intanto a emergere i primi dettagli sulla vita del ragazzo, che agli investigatori ha detto di “amare Dio e le pistole”.
Cacciatore ed estremamente religioso, secondo un suo compagno di liceo, “a scuola era un tipo secchione, una persona tranquilla”. Sul suo account Instagram personale usava lo slogan: “Pizza, pistole, percussioni, musica, famiglia e Dio. Questa è la mia vita. Ed è una bella vita”.
A prescindere dal movente, le tre sparatorie di Atlanta hanno comunque riacceso i riflettori sul tema delle violenze contro gli asiatici che con il Covid-19 sono balzate, complice anche la definizione “virus cinese”, ripetutamente usata da Donald Trump. La vicepresidente Kamala Harris definisce l’incidente “tragico” e si era schierata, prima dell’interrogatorio, a fianco della comunità: “Siamo con voi”. Joe Biden ha seguito gli sviluppi in contatto con il ministro della Giustizia Merrick Garland e l’Fbi, che sta assistendo la polizia nelle indagini.
A New York e a Seattle, così come nella scossa Atlanta, l’allerta è intanto salita ed è stata rafforzata la presenza di agenti nelle aree della comunità asiatica. In campo anche l’ex presidente Barack Obama che ha colto l’occasione per esortare a mettere fine a questo tipo di violenze razziali, rilanciando l’esigenza di maggiori controlli delle armi. Un tema questo caro ai democratici e che con Biden e i liberal al comando del Congresso ha maggiori chance di essere quantomeno affrontato.