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Dal “grounding” Swissair al varo di “swiss”

Il logo Swissair sparisce insieme alla Task Force "Ponte aereo" Keystone

La Task Force «Ponte aereo», creata dal governo il 5 ottobre scorso dopo il blocco a terra dei velivoli Swissair, è stata sciolta.

La Confederazione avrà i mezzi per cofinanziare i piani sociali per i dipendenti licenziati dal gruppo Swissair. Il credito federale di un miliardo di franchi destinato a mantenere i collegamenti aerei intercontinentali durante l’orario invernale 2001/02 verosimilmente non sarà utilizzato integralmente. Dovrebbero restare tra 150 e 250 milioni di franchi.

L’ammontare esatto potrà essere accertato solo nel corso dell’estate. Lo ha detto giovedì a Berna Daniel Eckmann, portavoce del Dipartimento federale delle finanze, nella conferenza stampa in cui è stato annunciato lo scioglimento della Task Forse «Ponte aereo».

Secondo un accordo tra il Segretariato di Stato dell’economia (seco) e le parti sociali, la metà della rimanenza, ma al massimo 50 milioni di franchi, potrà essere messa a disposizione dei piani sociali, in caso di bisogno. Quindi nelle casse federali dovrebbero restare tra 100 e 200 milioni, ha rilevato Eckmann.

La Task Force era stata costituita per affrontare la crisi dell’aviazione elvetica e per accompagnare la creazione della nuova compagnia nazionale Swiss. Facevano parte del gruppo interdisciplinare rappresentanti della Confederazione, di Crossair, di Swissair, delle banche UBS e CS, degli aeroporti, dei cantoni aeroportuali, delle associazioni del personale e del commissario del concordato.

Sudori freddi del direttore della Task Force

Tracciando un bilancio dell’attività della Task Force «Ponte aereo», Peter Siegenthaler, che ne ha diretto i lavori, ha ammesso che a tre riprese ha dubitato dell’esito dell’operazione. «La prima volta, è quando ho visto la velocità con cui si è esaurita la prima tranche del credito di 450 milioni», ha rilevato il direttore dell’Amministrazione federale delle finanze. La seconda quando ha constatato la poca fretta mostrata dagli investitori nel sostenere la nascita della nuova compagnia, la terza al momento della stesura del «business plan».

Ma alla fine la «volontà di riuscire ha prevalso sui dubbi e sui problemi», ha osservato. La prima tappa è stata vinta e Swiss dispone di «una buona base di partenza». Il suo successo dipenderà dalla fiducia della clientela, dall’integrazione delle diverse culture aziendali e dall’adesione a un’alleanza aerea, secondo Siegenthaler.

Da Task Force a Change over

La Task Force è stata sciolta, ma la Confederazione ha costituito una struttura speciale chiamata «change over» per garantire un passaggio delle consegne senza intoppi.

Attualmente circa 1 300 ex dipendenti del gruppo Swissair sono ancora iscritti nelle liste di collocamento. Il dissesto della compagnia di bandiera ha comportato il licenziamento di 4 300 persone, ha rilevato Alan Kocher, portavoce del seco, in margine alla conferenza stampa della Task Force. Di queste, 2 226 si erano annunciate alla cassa disoccupazione. Nel frattempo 952 hanno si sono ritirate dalle liste di collocamento poiché hanno trovato un lavoro.

swissinfo e agenzie

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