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E se per cambiare parlassimo dell’Africa!

Africa significa anche cultura: la cantante camerunese Sally Nyolo dei Zap-Mama Keystone

Con un inserto speciale il quotidiano romando "La Liberté" nell'edizione di mercoledì invita i lettori a non dimenticare il continente nero.

L’Africa non esiste più nei media occidentali. Questa l’opinione del quotidiano friburghese che per rimediare, ha pubblicato mercoledì un’edizione speciale intitolata “E se per cambiare, parlassimo dell’Africa!”.

“Questo numero speciale è un gesto simbolico per contrastare il gioco dei proiettori dell’attualità, costantemente puntati sugli idoli del momento” scrive il caporedattore Roger de Diesbach.

Non demonizziamo l’Africa

Si tratta di una quindicina di pagine: inchieste, reportages, ritratti, realizzati a Friburgo, in Svizzera e altrove per trasmettere un’immagine diversa dell’Africa. Più realistica, più umana, più vera.

Secondo Roger de Diesbach la guerra portata avanti dagli Stati Uniti per combattere il terrorismo non lascia più spazio agli eventi del resto del mondo e soprattutto a quanto accade in Africa. Questo continente è “semplicemente dimenticato se non addirittura demonizzato”.

Il quotidiano dedica una sezione particolare all’arte africana, di cui la Svizzera ospita ricche collezioni, affrontando anche la questione, sempre più attuale, della restituzione di opere d’arte.

Arte africana

Si calcola che siano un centinaio di migliaia le opere e gli oggetti etnografici, provenienti dall’Africa, presenti nei musei svizzeri. A Ginevra il dottor Martin Sigam, collezionista originario del Camerun,ha creato un’associazione allo scopo di far conoscere meglio al pubblico elvetico il significato profondo di certe opere della cultura africana.

“Molti di questi oggetti non sono stati fatti per essere contemplati. Il loro ruolo prioritario è quello rituale”, spiega Martin Sigam. “In Africa un oggetto è fabbricato da e per un’etnia e solo questa etnia ne capisce il significato profondo e la simbologia”.

Africani in Svizzera, svizzeri in Africa

Un altro dossier interessante proposto dal quotidiano romando è quello dedicato ad un incontro con 5 africani che vivono in Svizzera, sul dopo 11 settembre. Gli interpellati sono del parere che l’Europa sia colonizzata dagli Stati Uniti proprio come alcuni decenni fa, l’Africa era colonizzata da Francia e Belgio.

Un altro dossier si occupa del commercio di medicamenti, “fonte di piaghe e traffici in tutti i sensi”. Altri temi trattati sono il calcio, la cucina, il cinema e la presenza svizzera in Africa, definita “attiva, modesta, interessata ed altruista”.

L’autore dell’articolo spiega che la Svizzera, esclusa dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite, si rifà nell’ambito della cosiddetta francofonia, l’associazione di Paesi di lingua francese, fra i quali spiccano molti Paesi africani.

In Africa, Berna punta sulla cooperazione incentrata sui poveri e sulle donne, sull’ambiente, sulla promozione del federalismo, sui buoni uffici nel caso di guerre civili. A questo proposito, la Svizzera è orgogliosa di aver contribuito, ad esempio in Mozambico, alla fine di una guerra civile durata 30 anni.

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