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Lo Stato finanziato soprattutto dalle imprese e dai ricchi

Secondo Pascal Gentinetta, questo studio dimostra che lo Stato è finanziato da una minoranza di persone Keystone

I poteri pubblici vengono finanziati in buona parte da una minoranza: le imprese e il 20% dei cittadini più ricchi contribuiscono in misura del 60% ad alimentare le casse pubbliche.

Il dato emerge da uno studio dell’organizzazione degli imprenditori economiesuisse, secondo la quale la Svizzera deve difendere il proprio modello fiscale e introdurre nuove riforme a favore dell’economia.

Il sistema fiscale svizzero è estremamente solidale e costituisce una delle basi della prosperità del paese. È quanto hanno affermato lunedì a Zurigo i responsabili di economiesuisse, presentando alla stampa lo studio “Chi finanzia lo Stato in Svizzera?”.

In base allo studio, le imprese forniscono il 22% delle entrate finanziarie della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni, pari a circa 170 miliardi di franchi all’anno. Il 20% dei contribuenti più benestanti assicurano invece il 35% degli introiti statali.

Il cosiddetto “ceto medio”, che rappresenta il 60% dei cittadini, partecipa alle entrate complessive nella misura del 31%. Il 20% della popolazione che comprende i contribuenti meno abbienti è la categoria “fiscalmente meno gravata” e finanzia il 5% della spesa statale.

Proporzioni più o meno analoghe risultano anche per quanto concerne il finanziamento delle assicurazioni sociali, sostenuto in buona parte dalle imprese (31%) e dai contribuenti più ricchi (27%).

Sistema solidale

Da questi dati risulta che “una piccola minoranza di persone finanziano in buona parte lo Stato”, ha dichiarato il nuovo direttore di economiesuisse Pascal Gentinetta nel corso della conferenza stampa.

Secondo il presidente dell’organizzazione economica Gerold Bührer, la mancanza di trasparenza in relazione al sistema fiscale ha trasformato finora i dibattiti in “guerre ideologiche e polarizzate”.

A suo avviso, lo studio presentato lunedì dimostra che “il nostro sistema fiscale può essere considerato molto solidale” e che non si può parlare, come viene spesso fatto, di “una ridistribuzione finanziaria dal basso verso l’alto”.

A detta dei responsabili di economiesuisse, la Svizzera deve difendere il proprio modello fiscale, messo in discussione negli ultimi tempi anche dall’Unione europea, e accelerare le riforme in favore dell’economia, a cominciare dalla revisione della legge sull’imposizione delle aziende.

Da parte sua, il presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI) Thomas Daum ha posto l’accento sull’onere assunto dalle imprese, che assicurano oltre un quinto degli introiti delle casse pubbliche e quasi un terzo delle entrate delle assicurazioni sociali.

Un ulteriore aumento dei contributi sociali significherebbe indebolire la piazza economica svizzera, ha affermato Daum. Già oggi, la parte a carico delle aziende avrebbe raggiunto “una soglia critica”.

Sindacati scettici

Lo studio presentato dall’organizzazione del padronato, ha suscitato reazioni di scetticismo da parte dei sindacati.

“Siamo d’accordo con le cifre, ma non con l’interpretazione che ne fanno i responsabili di economiesuisse”, ha dichiarato a swissinfo Pietro Cavadini, segretario generale dell’Unione sindacale svizzera (USS).

A suo avviso, queste cifre dimostrano soltanto che la ricchezza non è distribuita in modo equo in Svizzera. Una realtà corretta in parte dall’attuale sistema fiscale, in base al quale le aliquote aumentano in proporzione al reddito.

“Economiesuisse non è credibile quando afferma che l’attuale sistema fiscale è solidale e, nel contempo, sostiene l’introduzione della Flat Tax. Questa tassa, con aliquote uguali per tutti i contribuenti, cancellerebbe il principio attuale di solidarietà”, ha aggiunto Cavadini.

swissinfo e agenzie

economiesuisse è nata nel 2000 dalla fusione fra il Vorort (Unione svizzera di commercio e d’industria) e la Proec (Società per il promovimento dell’economia svizzera).

L’organizzazione mantello delle imprese svizzere rappresenta tra l’altro gli interessi dell’economia nel processo politico.

Negli ultimi anni economiesuisse è stata confrontata ad una crisi interna. Diversi membri hanno lasciato o minacciato di lasciare l’organizzazione economica. Il budget, pari a 15 milioni di franchi nel 2006, verrà ridotto del 20% entro il 2008.

economiesuisse raggruppa un centinaio di associazioni di categoria delle aziende, una ventina di camere di commercio e diverse grandi imprese.
Complessivamente, l’organizzazione economica rappresenta gli interessi di 30’000 aziende svizzere, che occupano complessivamente 1,5 milioni di dipendenti.
economiesuisse impiega 55 collaboratori alla sua sede principale di Zurigo, oltre che a Berna, Ginevra, Lugano e Bruxelles.

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