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Per una produzione di carne svizzera rispettosa degli animali

Le due organizzazioni vogliono ricordare ai cittadini svizzeri che, spesso, la carne a buon mercato proveniente dall'estero è legata a doppio filo con alllevamente irrispettosi dell'animale Keystone

La Protezione svizzera degli animali (PSA) e l'Unione svizzera dei contadini (USC) vogliono incitare i consumatori ad acquistare carne svizzera prodotta nel rispetto degli animali. Le due organizzazioni hanno lanciato lunedì a Berna la campagna «Cuore anzichè portamonete».

Fino a sabato i protettori degli animali ed i contadini si piazzeranno alle dogane di Ginevra e Kreuzlingen (TG) per attirare l’attenzione degli svizzeri che vanno a fare la spesa oltre confine sui vantaggi della carne made in Switzerland. Il turismo degli acquisti ammonta a circa 400 milioni di franchi all’anno, ha dichiarato Marianne Staub, presidente della PSA.

Immagini scioccanti

Con immagini shock sul mercato del bestiame da macello in Belgio e i trasporti di maiali nell’Unione Europea gli organizzatori hanno mostrato il rovescio della medaglia della carne a buon mercato. «Vogliamo denunciare le sofferenze che si nascondono dietro questi prodotti di importazione», ha detto la Staub.

La presidente della PSA ha ricordato che il morbo della mucca pazza, l’afta epizootica e gli scandali degli alimenti alla diossina sono le conseguenze nefaste di una produzione industrializzata e a buon mercato. «Ma le montagne di pecore e maiali uccisi non lasciano più il consumatore indifferente».

Sforzi paganti

Nell’ambito della «Politica agricola 2002» gli allevatori svizzeri hanno fornito enormi sforzi per produrre a minor prezzo, migliorando allo stesso tempo le condizioni di detenzione degli animali, ha sottolineato il presidente dell’USC Hansjörg Walter. Per la sua collega Annemarie Will-Kohler, l’agricoltura svizzera presenta così un atout decisivo rispetto alla concorrenza internazionale.

Questi sforzi sono pure paganti economicamente. L’agronomo Hans-Ulrich Huber ha illustrato, studi alla mano, i costi generati dagli animali malati e morti durante i trasporti. Quest’ultimi causano una perdita di 250 milioni di franchi all’anno all’UE, solo per il trasporto dei maiali. Anche in Svizzera si può fare meglio, ha rilevato l’esperto.

Il Poli di Zurigo (ETHZ) ha calcolato che i costi veterinari per i vitelli allevati all’aperto sono otto volte inferiori a quelli di animali allevati in stalle termicamente isolate.

Per ora nessuna azione in Ticino

La prova che i consumatori si preoccupano del modo in cui vengono allevati gli animali è data dal fatto che la parte di mercato della carne con un marchio è passata dal 12 % nel 1998 al 20 % oggi, ha sottolineato la Staub. «Ma una ‘Svizzera, paese di allevamento all’aria aperta’ diventerà realtà solo se ci sarà un impegno da parte dei consumatori», ha concluso la presidente della PSA.

La PSA distribuirà 250’000 opuscoli informativi alle economie domestiche. A Ginevra, l’azione alla dogana di Bardonnet inizierà mercoledì mattina e mobiliterà una trentina di contadini vodesi e ginevrini, ha precisato Patricia Läser, responsabile delle attività. «In Ticino non sono previste per il momento azioni di questo tipo», ha indicato all’ats il responsabile del servizio stampa della PSA Mark Rissi, aggiungendo però che in autunno sono previste altre azioni.

swissinfo e agenzie

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