
Serie A nel pallone alla TSI

Niente più diretta televisiva per le partite di calcio del campionato italiano, almeno per il momento. L'iniziativa della Televisione della Svizzera italiana non è piaciuta ad alcune emittenti italiane, che parlano di «concorrenza sleale».
Era il vanto della TSI, ma è durato soltanto 180 minuti, il tempo di due partite Milan-Inter e Cagliari-Milan. La diffusione dei posticipi del campionato di serie A italiano è infatti stata sospesa domenica in seguito alle proteste della Sky e in parte anche di Mediaset. Sotto accusa il segnale elvetico che – secondo le emittenti italiane – sarebbe visibile ben oltre la fascia di confine, praticando così una concorrenza sleale.
«È un atto di prepotenza da parte di coloro che sono sul territorio dove si svolgono le partite e quindi, fisicamente, hanno la possibilità di non darci le immagini», puntualizza il responsabile del dipartimento sport della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RTSI) Andreas Wyden. «La TSI sta agendo nel pieno rispetto delle norme internazionali che regolano anche lo sforamento frontaliero e nessuno può mettere in dubbio la validità di questo contratto».
I diritti di trasmissione della serie A sono stati acquistati dalla Heikon alla società milanese Media Partners & Silva Limited, che gestisce il traffico di immagini in Europa. La ditta luganese ha poi ceduto questi diritti alla TSI, che ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia.
Un successo garantito, vista la fama del calcio italiano alle nostre latitudini. Il derby Milan-Inter è stato seguito nella sola Svizzera italiana da poco meno di 39’900 telespettatori, con una quota di mercato del 29,8%. «L’obiettivo della TSI era di raccogliere gli appassionati attorno al caminetto, nel segno dell’italianità e dell’amore per lo sport», spiega Wyden.
Un’occasione unica visto che finora – almeno in teoria – la diretta di questi appuntamenti non veniva trasmessa in Svizzera. Un divieto raggirato tuttavia da un numero crescente di persone che, grazie a dei prestanome residenti in Italia, hanno accesso ai contratti Sky e quindi anche alle proposte sportive. Facile dunque capire la stizza dell’azienda italiana che teme di perdere una fetta importante di mercato non soltanto in Lombardia, ma anche al di qua del confine.
Un segnale impazzito?
Per meglio comprendere l’origine di questo scontro bisogna però fare un passo indietro. Attraverso le convenzioni internazionali vengono assegnate ad ogni paese determinate frequenze, sulle quali la TSI – così come altre emittenti – può trasmettere. «Le onde non si fermano tuttavia alla frontiera», spiega il portavoce dell’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) Roberto Rivola, «e per questo un eventuale sforamento del segnale viene tollerato, in un senso come nell’altro».
«Dal momento in cui l’Italia accetta che alla Svizzera sia attribuita una determinata frequenza, in base ai parametri di trasmissione, deve anche accettare che il segnale arrivi più o meno profondamente sul suo territorio», precisa Rivola. È proprio l’ampiezza di questo sforamento, che in termini tecnici viene definito spill over, che ha fatto andare su tutte le furie la Sky.
La trasmissione del segnale digitale dai ripetitori ticinesi raggiungerebbe perfino la provincia di Pavia, almeno stando a una perizia commissionata dalla Sky, che è però in contrasto con un’altra perizia italiana dello stesso periodo. Uno sforamento ritenuto decisamente superiore a quanto consentito dalla legge, ma contestato da parte svizzera per la scarsa scientificità dei rilevamenti. La TSI nega inoltre che vi sia un problema di questo tipo visto che la trasmissione del segnale viene fatta secondo la frequenza e la potenza prevista dalla legge. Affermazioni confermate anche dalla Swisscom che, su incarico dell’UFCOM, controlla i ripetitori elvetici.
Troppi soldi in gioco
Dietro questa vicenda ci sono i grossi interessi che girano attorno al mondo del calcio, che in Italia non è soltanto lo sport nazionale, ma uno dei principali simboli di identità. La battaglia per conquistare pubblico e pubblicità si fa dunque sempre più aspra per una televisione privata e a pagamento, che trae i principali guadagni proprio dal settore sportivo. La Sky ha infatti pagato 600 milioni di euro (900 milioni di franchi) per garantirsi un monopolio in Italia sulle partite di serie A.
Sulle cifre sborsate in Svizzera vige tuttavia il massimo riserbo. La Heikon avrebbe comprato i diritti per un milione di euro (1,5 milioni di franchi), per poi cederli alla TSI a una cifra nettamente inferiore. «Si tratta di un prezzo adeguato alle nostre capacità», ha puntualizzato Andreas Wyden, «lontano anni luce rispetto a quello che può immaginarsi la gente».
La vicenda rischia di concludersi con una vittoria a tavolino della Sky, nonostante la TSI abbia già annunciato di voler adire le vie legali. «Visti i naturali tempi della giustizia, questo servirà infatti soltanto a definire il danno economico e di immagine subito dall’azienda e non certo a restituire le partite di calcio ai cittadini svizzeri», ammette Andreas Wyden.
Non c’è dubbio comunque, che di gratis non resta molto nelle proposte sportive e cinematografiche delle principali emittenti private. Una tendenza che sta prendendo sempre più piede anche in Svizzera e che iniziative come quelle della TSI intendono contrastare. Resta da chiedersi quali armi abbiano ancora le televisioni pubbliche per rispondere a una concorrenza sempre più agguerrita delle tv a pagamento.
swissinfo, Stefania Summermatter
La Heikon ha acquisito dalla milanese Media Partners & Silva Limited i diritti televisivi delle partite del campionato di calcio italiano per un milione di euro circa (1,5 milioni di franchi).
Li ha poi rivenduti alla TSI per una cifra sconosciuta, giudicata comunque nettamente inferiore dall’azienda pubblica, nel pieno rispetto delle norme internazionali.
La Sky ha però fatto pressione sulla Media Partners & Silva Limited, che gestisce i diritti di diffusione a livello europeo, affinché il segnale verso la Svizzera fosse oscurato. La TSI è infatti accusata di concorrenza sleale visto che le immagini vengono captate anche al di là del confine elvetico.
Il pacchetto della TSI comprendeva una partita per ognuno dei restanti 34 turni del campionato di seri A. In particolare le partite casalinghe di 12 squadre: Inter, Milan, Juventus, Roma, Lazio, Bologna, Fiorentina, Torino, Genoa, Cagliari, Catania e Lecce.
Il progetto è però morto sul nascere, dopo la diffusione del derby Milan-Inter e della partita Cagliari-Milan.

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