
Un profilo dell’alcool nella società durante gli ultimi 120 anni

Ai tempi dell'industrializzazione molti poveri affogavano i loro problemi nella grappa, mentre oggi per dimenticare i crucci si preferisce attaccarsi alle bottiglie di vino o di birra. È quanto emerge da un'analisi storica sul consumo di alcolici dal 1880 al 2000 in Svizzera pubblicata lunedì in un opuscolo dalla Regia federale degli alcool.
Con 3,1 milioni di ettolitri all’anno, il vino è oggi la bevanda alcolica più bevuta in Svizzera: rappresenta il 52 per cento del consumo totale di alcool. Rispetto al 1880, il consumo di vino è comunque calato del 40 per cento. Sullo stesso arco di tempo il consumo di distillati ha registrato un tonfo del 70 per cento. In tendenza contraria la birra, il cui consumo è salito di oltre il 60 per cento. Attualmente la birra rappresenta un terzo del consumo totale, mentre la proporzione dei distillati è del 16 per cento.
Il consumo elevato di distillati a basso costo alla fine del XIX secolo – che rappresentava circa un terzo del consumo totale di alcool – è legato alla miseria dell’industrializzazione. Per il proletariato la grappa era sovente un sostituto dell’alimentazione e un narcotico.
Su pressione delle Chiese e di ambienti borghesi, la Confederazione adottò provvedimenti per arginare la piaga dell’alcolismo. Nel 1887 emanò la prima ordinanza sugli alcool al fine di lottare contro gli abusi.
In tal modo il consumo di distillati diminuì. La soglia più bassa fu toccata durante la Seconda Guerra mondiale, con 99mila ettolitri all’anno. Nel periodo 1971-75 ci fu nuovamente un’impennata: il consumo di distillati salì a 339mila ettolitri all’anno, ossia ai livelli del periodo 1880-84. Si trattò però solo di una parentesi passeggera. In seguito infatti il consumo ricominciò a scendere fino a situarsi sui 263mila ettolitri all’anno nel periodo 1996-2000.
Anche il consumo di birra ha subito forti oscillazioni nel corso degli anni: da un milione di ettolitri all’anno alla fine del XIX secolo è cresciuta fino a 4,8 milioni nel periodo 1971-75 per poi diminuire a 4,2 milioni negli ultimi anni.
Pure altalenante il consumo di vino: dai 2,85 milioni di ettolitri all’anno alla fine del 1800, è crollato a 1,6 milioni durante la Seconda Guerra mondiale, ha in seguito risalito la china fino a raggiungere i 3,3 milioni nel periodo 1986-90 e si è quindi assestato sui 3,1 milioni nel 2000. Quest’ultimo calo è imputato alla crisi economica e ad una maggior presa di coscienza dei problemi di salute legati agli abusi di consumo di vino bianco.
In caduta libera negli ultimi cinquant’anni il sidro, la cui quota sul totale del consumo di alcool è passata dal 18 all’1 per cento. Dopo essere aumentato da 640mila a 1,6 milioni di ettolitri all’anno nel periodo fra il 1880 e il 1949, è in seguito continuamente diminuito fino a 201mila ettolitri nel 2000.
swissinfo e agenzie

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