G20: rafforza lotta ad evasione fiscale sotto egida OCSE

(Keystone-ATS) I paesi del G20 hanno sottoscritto ieri un accordo che mira a rafforzare la lotta all’evasione fiscale sotto l’egida dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Fra gli strumenti è previsto anche lo scambio automatico di informazioni, che rimane comunque su base volontaria. Sono inoltre contemplate garanzie per salvaguardare la confidenzialità dei dati. Stando al segretario generale dell’OCSE Angel Gurria, citato in un comunicato, si tratta di un passo in avanti importante nel settore in questione.

La caccia all’evasore dà intanto i suoi frutti: negli ultimi due anni, a partire cioè dal summit di Londra dove i Grandi, anche considerata la crisi economica, hanno deciso una stretta nella lotta a quelli che considerano paradisi fiscali, “il gettito in 20 paesi è aumentato di circa 14 miliardi di euro”, si legge in un rapporto presentato da Gurria ai lavori del G20. Una parte di tutto rispetto di questo gettito aggiuntivo è riferibile all’Italia che, con l’operazione di scudo avviata nel 2009, ha potuto contare – stando ai dati riportati nel documento dell’organizzazione di Parigi – su un introito nelle casse dello stato di 5,6 miliardi di euro e di 104,5 miliardi di asset emersi.

Secondo l’Ocse in generale sono tuttavia “necessarie ulteriori azioni” perchè “miliardi di dollari di asset non dichiarati restano offshore”. È anche necessario “rimuovere le barriere per un effettivo automatico scambio di informazioni nei paesi” che hanno già aderito a questo principio di cooperazione nel campo fiscale.

Da parte elvetica le prime reazioni sono orientate alla prudenza: La Svizzera accetta gli standard OCSE di assistenza amministrativa in ambito fiscale, ha indicato all’ats un portavoce della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali SFI. L’accordo ora sottoscritto va però al di là di questi standard, ha aggiunto l’addetto stampa, che non ha voluto commentare ulteriormente le decisioni del G20.