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GR: dazi, Inforlife non colpita, ma valuta espansione negli USA

Keystone-SDA

L'azienda farmaceutica Inforlife con sede a Campascio nel Comune di Brusio (GR) non teme ripercussioni immediate legate ai dazi statunitensi. Ben il 90% dei prodotti vengono esportati oltre Atlantico. I vertici stanno però valutando di espandersi negli Stati Uniti.

(Keystone-ATS) I 220 collaboratori della ditta Inforlife per il momento non devono allarmarsi: i posti di lavoro nella sede a Campascio non sono a rischio, assicura il presidente del Consiglio di amministrazione, Sandro Cortesi, intervistato da Keystone-ATS. L’azienda produce sacche contenenti liquido antibiotico, che dopo aver lasciato lo stabilimento a sud della Valposchiavo vengono trasportati su dei camion a Genova. Da lì le sacche di plastica vengono caricate su una nave in direzione degli Stati Uniti.

Inforlife fa parte della società con sede a Milano ACS Dobfar, che da sempre ha contatti negli Stati Uniti. Secondo Cortesi è probabilmente una delle aziende nei Grigioni con la più alta quota di esportazioni negli USA. “Concentrarsi sul mercato americano ha i suoi vantaggi. C’è una sola lingua e la regolamentazione vale per 350 milioni di persone. In Europa la situazione è invece più frammentata”, spiega il presidente del CdA.

Ordinazioni dall’esercito statunitense

Finora i prodotti farmaceutici sono stati risparmiati dalle tariffe doganali del 39% imposte alla Svizzera, una delle quote più alte al mondo. “L’industria farmaceutica interna degli Stati Uniti non è in grado di produrre abbastanza ed è quindi altamente dipendente dall’estero”, continua Cortesi, aggiungendo un dettaglio non da poco: Inforlife riceve ordinazioni anche dall’esercito statunitense. “Le forze armate dipendono dall’estero! È un fatto che non riesco a spiegarmi.”

Secondo Cortesi è altamente improbabile che questo ramo venga colpito dai dazi. “Ma vedendo le mosse imprevedibili del presidente Donald Trump, non si può mai essere del tutto certi.”

A Campascio si punta alla crescita

Già prima dell’elezione di Trump, i vertici di Inforlife hanno discusso internamente i rischi che comporta la concentrazione su un mercato unico. “Da alcuni anni stiamo discutendo con dei partner la possibilità di sviluppare un progetto di produzione negli Stati Uniti”, spiega Cortesi, sottolineando che non si tratta di un trasferimento. “Qui non vogliamo ridurre”, afferma deciso. Anzi, a Campascio si sta addirittura pensando ad un futuro ampliamento dello stabilimento, che ogni anno raggiunge un fatturato fra i 120 e i 150 milioni di franchi. “Vista la situazione attuale questa discussione è in stallo. Ma le prospettive per la sede nel Comune di Brusio sono buone, malgrado Trump”, ha concluso Sandro Cortesi.

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