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Israele: processo a Ahed Tamimi iniziato a porte chiuse

Iniziato processo nei confronti di Ahed Tmimi, la "pasionaria palestinese" di 17 anni KEYSTONE/AP/CHRISTOPHE ENA sda-ats

(Keystone-ATS) E’ iniziato stamane nella base di Ofer (Cisgiordania) il processo nei confronti di Ahed Tamimi (17 anni), la cosiddetta “pasionaria palestinese” in prigione per aver colpito più volte, lo scorso dicembre, due soldati israeliani che però non reagirono.

Le immagini della vicenda, avvenuta nel villaggio di Nabi Saleh in Cisgiordania, furono mostrate in un video divenuto virale in rete.

All’apertura del dibattito i giudici militari hanno stabilito che la udienza si svolga a porte chiuse. Il padre della giovane, presente sul posto, ha detto che il processo appare viziato in partenza e dunque non si fa eccessive illusioni.

Contro Ahed Tamimi – e la madre, anche lei in prigione – l’accusa, secondo quanto reso noto all’epoca dell’arresto, è di “aver attaccato un ufficiale e un soldato israeliano”, aver assaltato “in cinque altre occasioni” le forze di sicurezza e aver “tirato sassi, partecipato a incidenti violenti, minacciato e incitato altri”.

Per la liberazione di Ahed Tamimi e di sua sua madre sono giunti appelli da varie ong, compresa Amnesty International e “profonda preoccupazione” è stata espressa dalle missioni Ue a Gerusalemme e a Ramallah.

Da parte sua la Ong israeliana Betzelem sostiene oggi che ”se Ahed Tamimi fosse stata ebrea, le probabilità per lei di essere arrestata sarebbero state trascurabili; solo i palestinesi – aggiunge Betzelem – sono giudicati in Cisgiordania in tribunali militari israeliani, dove la percentuale delle condanne è vicina al 100 per cento”.

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