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Le Alpi, dal dagherrotipo al numerico

Fotografia panoramica a 360° dalla cima di Dufour

Il Forum della storia svizzera di Svitto traccia la genesi e lo sviluppo del panorama alpino nella fotografia.

Le opere esposte, provenienti dal Museo nazionale e da collezioni private presentano questo genere particolare, senza il quale l’iconografia turistica della Svizzera non avrebbe lo stesso valore.

Fra i temi che hanno contribuito a fare conoscere la Svizzera nel mondo vi è senza ombra di dubbio la catena alpina con le sue cime. La fotografia, in particolare quella panoramica, ha fortemente contribuito a veicolare queste immagini idilliache.

Il Forum della storia svizzera di Svitto, un’istituzione dei Musei nazionali, ha voluto rendere omaggio con una mostra agli alpinisti-fotografi e alle loro imprese: dai pionieri agli scalatori contemporanei, ognuno ha sfidato il pericolo per offrire anche a chi sta a valle il migliore punto di vista!

Grande tela cilindrica

Sin dall’inizio dell’esposizione, il visitatore è catapultato in un viaggio alla scoperta di luoghi incantati: i curatori dell’esposizione hanno avuto l’idea di ricreare un giro panoramico a 360 gradi secondo una tradizione pittorica particolarmente in voga durante il 19° secolo.

In questo caso però, non c’è spazio per la staticità: le immagini sono state realizzate e rielaborate numericamente secondo metodi molto sofisticati. Lo “stitching”, assemblaggio di più fotogrammi per ottenere un’unica immagine finale, dà l’illusione del movimento.

Il cilindro, di un diametro di otto metri, permette al visitatore di immergersi totalmente nell’atmosfera della catena alpina. Grazie a un binocolo dotato di sensori si può letteralmente passeggiare fra le montagne con un semplice movimento del capo.

Storia di famiglia

La rotonda panoramica presenta una dozzina fra le cime più alte della Svizzera. L’autore dell’opera, il 26enne vallesano Matthias Taugwalder, sostiene di avere “l’alpinismo nel sangue”.

I suoi tris e bisnonno sono stati fra i pionieri che insieme a Edward Whymper hanno partecipato alla prima ascensione del Cervino il 14 luglio del 1865. In quella occasione quattro uomini persero la vita. I Taugwalder sopravvissero all’impresa.

La seconda sala dell’esposizione è dedicata alle grandi tappe della fotografia panoramica, dal dagherrotipo fino alle ricostruzioni numeriche tridimensionali. La presentazione in un solo luogo dell’evoluzione di questo genere artistico permette al visitatore di meglio percepire gli enormi passi in avanti fatti sia dal punto di vista tecnico che da quello qualitativo.

Il “grandioso spettacolo della natura” – come lo si definisce nell’esposizione – ha però mantenuto tutta la sua magia nel corso dei secoli.

La sala è divisa in sette settori secondo un ordine cronologico. Oltre alle immagini sono esposte anche le macchine fotografiche e le apparecchiature utilizzate in epoche differenti.

Sin dall’inizio, le prime immagini scattate dai precursori del genere – come Friedrich Martens (1806-1885) o Adolphe Braun (1812-1877) – sono da mozzare il fiato.

Svizzeri ritardatari…

Dalla metà del 19° secolo, le Alpi diventano il modello per eccellenza della fotografia panoramica. Ma, almeno inizialmente, le immagini non sono l’opera di artisti svizzeri. A raggiungere le vette con le loro pesanti apparecchiature a lastre sensibili erano piuttosto gli italiani, gli inglesi e i francesi.

La cronologia permette anche di scoprire l’evoluzione del paesaggio stesso, dove le costruzioni umane prendono sempre più piede. Nuovi punti di vista sono possibili grazie alle fotografie scattate da mongolfiere o dagli aerei. I primi specialisti nel settore sono Eduard Spelterini (1832-1931) e Walter Mittelholzer (1894-1937), cofondatore di Swissair, di cui fu direttore tecnico.

Al Forum della storia svizzera è esposta anche una serie di fotografie panoramiche realizzate dall’esercito fino agli anni Sessanta, fra cui alcune scattate ad infrarossi. Non manca poi uno spazio dedicato alle immagini contemporanee, come quella del ghiacciaio dell’Aletsch realizzata da Alois Stutz (1996).

Il percorso termina con una strizzatina d’occhio alla recente attualità: ci si chiede innanzitutto cosa abbia a che vedere con un’esposizione sulle Alpi l’enorme camion parcheggiato nel porto di Valencia. Guardando meglio l’arcano è svelato: sotto il telone si cela…il Cervino. Grazie all’immagine di Daniel Meyer, realizzata nel 1999, le imponenti Alpi viaggiano e raggiungono il mare.

swissinfo, Ariane Gigon Bormann, Svitto
traduzione, Anna Passera

L’esposizione “Panorami alpini, vette della fotografia svizzera” (fino al 3 febbraio 2008) traccia l’evoluzione storica, culturale e tecnica della fotografia panoramica.

Negli ultimi 150 anni tre importanti evoluzioni tecniche hanno rivoluzionato il lavoro in questo ambito:

– Nel 1845, Friedrich Martens inventa il megascopio.

– Nel 1900 a Parigi, Eastman Kodak presenta la prima macchina fotografica panoramica con un angolo a 112 gradi.

– L’ultima grande innovazione è il lavoro numerico. Un esempio: la rotonda panoramica a 360° presentata a Svitto, per la quale è stato effettuato un assemblaggio di più fotogrammi che ha permesso di ottenere un’unica immagine finale.

Inaugurato nel mese di giugno del 1995, il “Forum della storia svizzera” è stato voluto come un “regalo” del governo elvetico alla popolazione ed è un’antenna dei Musei nazionali svizzeri.

Il museo presenta la vita quotidiana degli svizzeri e delle istituzioni dal 13° al 18° secolo, attraverso una serie di mostre itineranti, conferenze, discussioni e concerti.

Lo scorso anno, in seguito alla riduzione di 30’000 franchi del suo budget da parte della Confederazione, il Forum ha deciso di rimanere chiuso per sei settimane fra il mese di febbraio e il mese di marzo, ossia durante il periodo in cui è meno frequentato.

Il Forum è situato accanto al Museo dei patti federali, dove è depositato il Patto federale del 1291.

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