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Legge asilo: imperfetta, ma meglio ora non si può fare, OSAR per sì

La conferenza stampa odierna /KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) La riveduta legge sull’asilo che sarà proposta agli svizzeri il 5 giugno non è perfetta, ma offre un miglioramento globale ai richiedenti: è il giudizio dell’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), che raccomanda dunque di votare “sì”.

I rappresentanti delle sei organizzazioni aderenti all’OSAR – cinque enti assistenziali tra cui Caritas Svizzera e la sezione elvetica di Amnesty International – insieme all’associazione Operation Libero hanno sottolineato oggi a Berna l’importanza della procedura accelerata: “la decisione d’asilo è resa entro pochi mesi, e non, come finora, spesso dopo anni”, ha affermato in una conferenza stampa Miriam Behrens, nuova segretaria generale dell’OSAR.

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Una velocità che va a suo avviso a vantaggio di tutti: da un canto i richiedenti autorizzati a rimanere si integrano prima nella società e nell’economia, dall’altro quelli che devono lasciare la Svizzera ne capiscono meglio i motivi.

Per Laura Zimmermann di Operation Libero, un movimento di giovani accademici nato dopo l’accettazione popolare dell’iniziativa UDC sull’immigrazione di massa il 9 febbraio 2014, il cambiamento deve intervenire al più presto. La revisione è un compromesso, ma “nessun progetto migliore è possibile in un prossimo futuro”, ha dichiarato. Bisogna votare “sì” – ha aggiunto – per far avanzare la politica d’asilo invece di bloccarla.

Grazie a una protezione giuridica gratuita, i richiedenti saranno meglio consigliati e accompagnati, ha rilevato Andreas Kressler, direttore dell’Aiuto delle Chiese evangeliche della Svizzera (ACES). Ciò consentirà – ha detto Manon Schick, segretaria generale di Amnesty Svizzera – di “minimizzare fortemente il rischio che persone sottoposte a torture siano oggetto di una decisione d’asilo negativa e che debbano lottare per anni per i loro diritti, come è purtroppo il caso attualmente”.

Christophe Schwaab, presidente del Soccorso Operaio Svizzero (SOS, organizzazione che rappresenta l’OSAR in Ticino), ha evidenziato il forte miglioramento della protezione delle persone più vulnerabili: “le vittime di traumi, le famiglie e i bambini sono accompagnati sin dall’inizio della nuova procedura da persone di fiducia e ricevono immediatamente l’aiuto necessario”.

Il fatto di ottenere rapidamente protezione favorisce una integrazione rapida, ha sostenuto Marianne Hochuli, membro della direzione di Caritas. Grazie alla durata ridotta della procedura – ha rilevato – l’assegnazione dei rifugiati ai cantoni e l’aiuto alla loro integrazione possono avvenire prima. “Da cinque a sette anni dopo l’arrivo in Svizzera, la Confederazione non versa più contributi globali ai cantoni”. Ne deriva – secondo Marianne Hochuli – “un interesse abbastanza generale a una integrazione precoce”.

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