Miliardo di coesione: oltre 200 progetti pronti per essere attuati
(Keystone-ATS) Con il miliardo di franchi di coesione per i dieci nuovi paesi dell’Unione europea (UE), entro il 2017 la Svizzera finanzierà circa 210 progetti. Obiettivo: ridurre le disparità economiche e sociali. Per Bulgaria e Romania, la fase di attuazione si estende fino alla fine del 2019.
Ci son voluti quasi cinque anni per definire e approvare i vari progetti che saranno sostenuti dalla Svizzera nell’ambito dell’allargamento dell’UE. La sostenibilità e l’opportunità sono state studiate scrupolosamente, hanno garantito stamani i responsabili in una conferenza stampa a Berna.
Ora, rimangono cinque anni per realizzare i progetti. Per il momento, sono stati assegnati soltanto 160 milioni, ha precisato Hugo Bruggmann, della Segreteria di Stato dell’economia (SECO). I versamenti dovrebbero comunque subire un acceleramento a partire dall’anno prossimo.
Sistema di pagamento
Le difficoltà sono dovute in parte al sistema contributivo scelto. Inizialmente, i progetti sono finanziati dal paese interessato. La Svizzera interviene soltanto quando, sulla base di rapporti intermedi, si sono constatati progressi, ha detto l’ambasciatrice Beatrice Maser. Il nostro Paese assume oltre l’85% dei costi. La parte rimanente è a carico della collettività o del paese interessato.
La Confederazione ha accordato un miliardo ai dieci paesi che hanno raggiunto l’UE nel 2004, nonché più di 257 milioni per Bulgaria e Romania, integrate più tardi. In effetti, 950 milioni andranno ai progetti, mentre 50 milioni serviranno alla copertura degli oneri amministrativi elvetici.
La Polonia fa la parte del leone con quasi la metà della somma, seguita da Romania (181 milioni), Ungheria (131 milioni) e dalla Repubblica ceca (110 milioni). All’ultimo posto figura Malta con 5 milioni. La chiave di ripartizione tra i vari paesi è stata negoziata con Bruxelles.
Ambiente ed economia
Un importo di 371 milioni è dedicato a progetti che rientrano nella protezione dell’ambiente. Si tratta per esempio di allacciare economie domestiche alla rete della fognatura o di migliorare i trasporti pubblici in Polonia e Slovacchia.
I progetti destinati a stimolare la crescita economica e a migliorare le condizioni di lavoro ottengono quasi 258 milioni. Circa 800 imprese di vari paesi riceveranno piccoli crediti e capitale-rischio per creare o conservare circa 2’000 posti di lavoro.
Con 145 milioni, il settore sociale potrà per esempio rinnovare e ammodernare ospedali, posti sanitari e centri per gli anziani. In Lituania, 22 maternità saranno dotate di apparecchiature moderne e di nuove ambulanze. In Ungheria sarà sostenuto un programma di borse per allievi sfavoriti.
Aggiunta da discutere
88 milioni serviranno a rafforzare la sicurezza pubblica. Si tratta in particolare di ammodernare il sistema giudiziario degli Stati baltici e della Slovacchia o di rafforzare la sicurezza alle frontiere con veicoli speciali. Infine, 69 milioni devono promuovere la società civile e le istituzioni locali.
Nel 2017 sarà fatto un bilancio. Entro allora, il Consiglio federale dovrà decidere un’aggiunta. Interrogato in merito, il direttore della Cooperazione con l’Europa dell’Est, Kurt Kunz, non si è sbilanciato. Si è limitato a ricordare che il governo “si riserva la possibilità di discutere la continuazione o no di quest’aiuto dopo il 2017”.