Come l’iniziativa sulla neutralità vuole cambiare la politica svizzera
L'iniziativa sulla neutralità vuole iscrivere nella Costituzione un'interpretazione rigorosa della neutralità svizzera. Quali conseguenze avrebbe una simile modifica sulla politica estera e di sicurezza della Svizzera?
Cosa chiede l’iniziativa sulla neutralità?
L’iniziativa sulla neutralità è un’iniziativa popolare su cui l’elettorato elvetico si esprimerà nel 2026.
Se la maggioranza della popolazione e dei Cantoni votasse a favore dell’iniziativa, la Svizzera ancorerebbeCollegamento esterno nella Costituzione la neutralità “perpetua e armata”.
Finora, la Costituzione si limita a stabilire che la responsabilità per la neutralità spetta al Consiglio federale e al Parlamento. Questa formulazione ha fornito nel corso dei decenni alla Svizzera la flessibilità necessaria per adattare la propria politica di neutralità alle circostanze geopolitiche. L’iniziativa limiterebbe questa flessibilità. Essa intende infatti stabilire esplicitamente che la Svizzera non può aderire ad alcuna alleanza militare.
In realtà il diritto di neutralità già esclude questa possibilità per gli Stati neutrali. Un’adesione alla NATO, per esempio porrebbe fine allo status di neutralità, com’è stato il caso per la Svezia e la Finlandia nel 2023. In ogni caso il sistema svizzero permetterebbe una tale adesione solo dopo un voto favorevole della popolazione.
Dal punto di vista della politica di sicurezza, l’iniziativa potrebbe costringere la Svizzera a ridurre la sua cooperazione con la NATO, ad esempio nell’ambito del “Partenariato per la paceCollegamento esterno“, a cui il Paese partecipa dal 1996.
Il cambiamento più significativo riguarderebbe tuttavia il divieto di “misure coercitive non militari”: la Svizzera non potrebbe più imporre autonomamente sanzioni contro Stati in guerra, con l’unica eccezione delle sanzioni dell’ONU, decise dal Consiglio di sicurezza.
Quali sono oggi le caratteristiche della neutralità svizzera?
La neutralità è una scelta autonoma della Svizzera, non un obbligo di diritto internazionale e può essere revocata. È armata – l’esercito serve all’autodifesa – ed è riconosciuta a livello internazionale. La neutralità si limita all’ambito militare; a livello diplomatico ed economico, la Svizzera può collaborare anche con Stati in guerra.
Quali sono le origini della neutralità svizzera?
La Svizzera è uno degli Stati la cui neutralità è permanente, al pari ad esempio dell’Austria e dell’Irlanda. Oggi la Confederazione è il Paese che può vantare la neutralità più longeva, riconosciuta per la prima volta a livello internazionale al Congresso di Vienna del 1815. In quell’occasione gli Stati confinanti hanno convenuto che la “neutralità perpetua” della Svizzera era nel loro interesse reciproco.
Oggi la neutralità elvetica si basa giuridicamente sulla Convenzione dell’Aia, firmata dalla Svizzera nel 1910. La convenzione fa parte del diritto internazionale e stabilisce come uno Stato neutrale deve comportarsi in caso di guerra tra due Paesi: non può partecipare a nessun conflitto armato e non può favorire militarmente in modo unilaterale le parti in guerra. Per lo Stato neutrale rimane possibile, tuttavia, esprimere posizioni politiche o adottare sanzioni economiche.
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Per garantire l'”inviolabilità del proprio territorio”, uno Stato neutrale come la Svizzera può collaborare militarmente con altri Paesi, ad esempio per importare armi. Gli Stati neutrali non possono tuttavia aderire ad alleanze difensive che li obbligano ad assistere gli alleati in caso di conflitto. La NATO prevede una clausola di assistenza di questo tipo.
Il diritto di neutralità è chiaro. Il margine di manovra della cosiddetta “politica di neutralità” è ampio.
Che cos’è la “politica di neutralità”?
La “politica di neutralità” comprende tutto ciò che la Svizzera fa per garantire la neutralità e promuovere la sua credibilità a livello internazionale.
La Svizzera ha sempre adattato la sua neutralità alle circostanze: durante la Guerra Fredda, ad esempio, era molto restrittiva. Ciò si tradusse in una grande reticenza ad aderire a organizzazioni internazionali, reticenza che si palesò per esempio nell’avvicinamento graduale al Consiglio d’Europa, sfociato nell’adesione nel 1963.
Il crollo dell’Unione Sovietica ha inaugurato una nuova fase per la politica di neutralità svizzera: dal 1993 la politica estera della Confederazione è guidata dall’idea che la sicurezza internazionale sia più facilmente raggiungibile attraverso la cooperazione.
In che modo le guerre e i conflitti attuali influenzano il dibattito sulla neutralità svizzera?
L’attacco russo contro l’Ucraina dal febbraio 2022 ha scatenato in Svizzera accesi dibattiti sulla neutralità. La Confederazione ha adottato la maggior parte delle sanzioni dell’UE contro la Russia. Una parte dell’opinione pubblica elvetica ritiene però insufficienti le misure politiche contro lo Stato aggressore.
Altri, tra cui Christoph Blocher, che per lungo tempo ha dettato la linea politica del partito conservatore di destra UDC (Unione democratica di centro), hanno invece definito le sanzioni economiche “strumenti di guerra”. Egli ha chiesto che la Svizzera torni a una neutralità integrale analoga a quella degli anni Trenta, che escluda la possibilità di adottare sanzioni. Queste riflessioni sono alla base dell'”iniziativa sulla neutralità”.
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In che tradizione si colloca questa iniziativa popolare?
“La Svizzera sta rinunciando poco a poco alla sua neutralità”, si legge sul sito webCollegamento esterno dell’iniziativa sulla neutralità. A essere messo in causa, oltre all’adozione delle sanzioni dell’UE contro la Russia, è anche l’avvicinamento alla NATO.
Oltre che da singoli individui come l’ex presidente della FIFA Sepp Blatter e da esponenti politici di destra, l'”iniziativa sulla neutralità” è sostenuta in particolare dall’associazione “Pro SvizzeraCollegamento esterno“, nata nel 2022 dalla fusione tra l’ASNI (Azione per una Svizzera neutrale e indipendente) con altre due associazioni antieuropeiste.
L’ASNI è stata fondata negli anni Ottanta su iniziativa di Christoph Blocher, a partire da un comitato che all’epoca era riuscito a impedire l’adesione della Svizzera all’ONU. Nel 1992 l’associazione ha fatto parte dell’alleanza che si è opposta con successo all’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo.
Anche “Pro Svizzera” è decisamente critica nei confronti dell’integrazione europea e partecipa alla campagna contro il nuovo pacchetto di accordi tra la Svizzera e l’UE.
Nell’elenco degli argomentiCollegamento esterno a favore dell’iniziativa si afferma che il “principio guida” dello Stato svizzero – vale a dire l’idea che la Svizzera debba tenersi fuori dai conflitti, senza prese di posizione ideologiche – sia stato messo in discussione nel corso del processo d’integrazione europeo.
Qual è la posizione del Governo svizzero sull’iniziativa sulla neutralità?
Il Consiglio federale si oppone all’iniziativa, ma nel suo messaggio sull’argomento ha comunque sottolineato di essere “convinto del valore della neutralità per la Svizzera”. Secondo il Governo, l’iniziativa rappresenterebbe tuttavia un “allontanamento dalla flessibilità nell’applicazione della neutralità, che ha dato buona prova di sé”.
Concretamente, l’approvazione dell’iniziativa sulla neutralità limiterebbe il margine di manovra del Consiglio federale in materia di politica estera, soprattutto nel campo delle sanzioni economiche.
Cosa dicono gli esperti e le esperte sull’iniziativa sulla neutralità?
“Una neutralità rigorosa gioverà alla Svizzera?”,Collegamento esterno si è chiesta Constanze Stelzenmüller durante un’audizione della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati. La giurista tedesca, che lavora presso il Brookings Institute, un think tank con sede a Washington D.C., è giunta alla conclusione che finora la Svizzera ha tratto vantaggio dal fatto di essere uno Stato neutrale che coopera con altri Paesi. In questo senso, Stelzenmüller si chiede se l’iniziativa sulla neutralità sia lo strumento giusto per garantire la sicurezza e la sovranità della Svizzera.
Il politologo svizzero Wolf Linder, invece, sostiene l’iniziativa sulla neutralità. L’iniziativa popolare mira a “ancorare la neutralità e i suoi principi fondamentali nella Costituzione”, sottraendola alla “visione a breve termine” di alcuni politici, come scrive sulla piattaforma InfosperberCollegamento esterno. Dal punto di vista del professore emerito di scienze politiche dell’Università di Berna, “negli ultimi tre anni il Consiglio federale ha purtroppo in parte compromesso” la credibilità della neutralità svizzera all’estero.
A cura di Benjamin von Wyl
Traduzione di Andrea Tognina
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